Napoli ha davvero bisogno del corno? Illuminiamola elegantemente come Parigi
Set 18, 2017 - Francesco Pipitone
La Soprintendenza ha detto di no al corno gigante sul lungomare di Napoli, così come alla possibilità di installazione dello stesso a Piazza del Plebiscito. Per fortuna, ci viene da dire, perché l’idea di questo corno gigante sembra davvero di un discutibile gusto estetico e modificherebbe in maniera negativa – seppur temporanea – il luogo dove si venisse a posizionare.
Dopo N’Albero, quest’anno Italstage e Palazzo San Giacomo hanno deciso di stupirci così. Il corno è un simbolo che appartiene alla cultura napoletana – e campana – da millenni, essendone stati ritrovati degli esemplari anche negli scavi archeologici vesuviani, e non va liquidato come un emblema di superstizione, stupida credenza popolare, oggetto da bancarella.

Albero di Natale a Sorrento nel 2015
Il corno è, dunque, una delle sfaccettature dell’incredibile e complessa identità partenopea, tuttavia non per questo bisogna erigergli un monumento provvisorio che sfregerebbe il volto della città.
Appare inoltre insensato concentrare energie economiche (seppur appartenenti a privati, come è stato lo scorso anno e sarebbe quest’anno) e mentali su un solo punto di Napoli, mentre nel resto della città verrebbero montate le solite dozzinali e brutte luminarie, comprese le palle giganti, gli alberelli spennati dalle pretese futuristiche, pinguini e così via. Brutte anche le luminarie dei decumani, quelle coi volti di Totò Eduardo e Troisi, che si ripetono identiche in successione e sono fatte male. Stesso discorso per quelle di via Toledo, banali e sgradevoli.

L’albero di Natale galleggiante di Bacoli
È assurdo questo atteggiamento, voluto o inconscio, di volere a tutti i costi prendere iniziative che stupiscano e che puntualmente si tramutano in scelte mediocri. Perché Napoli ha dimenticato quell’eleganza, quel gusto sobrio e signorile che tanto ammiriamo nelle foto e nei filmati d’epoca?
Basterebbe poco ad abbellire la città nel periodo natalizio, basterebbe per una volta guardare davvero cosa succede al di fuori dei nostri confini, senza invidia e senza divinizzare nessuno. Delle luci semplici, alberi di natale sobri e tradizionali: quante volte, guardando le immagini degli Champs-Élysées di Parigi, abbiamo pensato “perché non fanno così anche a Napoli?”. E, se sindaco e ministri fanno paragoni con le capitali europee, il paragone non ci deve spaventare né far ridere, ma farci migliorare.

Illuminazione di Natale a Parigi
Senza arrogarsi il diritto di competere con la capitale francese, avente capacità economiche (e non solo) enormemente superiori a quelle partenopee, a nostro avviso non è impossibile fare proprio l’esempio parigino mescolandolo con la proverbiale creatività napoletana. D’altra parte non è essenziale fare migliaia di chilometri, basta guardare i bellissimi alberi di Natale a cui ci ha abituato ogni anno Sorrento, a quello molto suggestivo e galleggiante di Bacoli, a quello di Caserta.
Se si fa anche in città più piccole, è tanto chiedere qualcosa di simile anche a Napoli? È troppo desiderare l’affrancarsi dalla mentalità dallo strafare a ogni costo, nonostante i noti problemi di bilancio*, sfociando immancabilmente nel cattivo gusto?
[*noti problemi di bilancio: il corno gigante – come è più che risaputo, dato che se ne è discusso fino allo sfinimento -sarebbe a costo zero per il Comune di Napoli; nelle casse entrerebbe, anzi, il corrispettivo per l’occupazione del suolo pubblico (a quale costo di immagine, se ne potrebbe parlare). In questo caso si è fatto riferimento alle varie decorazioni “speciali” in giro per la città. Precisazione resasi necessaria in seguito alle proteste di alcuni lettori che avevano mal interpretato il passo].

Lisbona
