La lettera della mamma di Arturo: “Baby gang emergenza nazionale, non di Napoli”


Torna a parlare la mamma di Arturo, il 17enne accoltellato in via Foria a Napoli lo scorso 18 dicembre. La donna, Maria Luisa Iavarone, ha scritto una lunga lettera, pubblicata da Il Mattino: “La vicenda di Arturo, che mi ha visto tristemente – da madre – protagonista di un fatto gravissimo, ha assunto rapidamente il volto dell’impegno sociale e civile. Un espediente a cui sono ricorsa per tentare di curare la mia disperazione che mi appariva senza fondo. I carnefici di Arturo, di Gaetano, di Ciro, di Luigi sono, lo abbiamo detto in molti, dei «senza scuola» e dei «senza famiglia» […] Sono il prodotto del disfacimento progressivo e inarrestabile delle principali agenzie educative, incapaci di incidere significativamente nelle vite di questi inconsapevoli disperati”.

“Ci troviamo di fronte a un esercito di «ragazzi contro» che hanno smarrito il senso della relazione con gli altri, incapaci come sono di riconoscere le proprie emozioni e che non sanno guardare l’altro negli occhi e neanche provare orrore, per l’orrore che essi stessi hanno generato. A Napoli come a Milano, come a Parigi. Non è un problema locale. C’è una emergenza non-solo-criminale ma di comprensione, di necessità di capire cosa accade nella mente di questi minori”. 

[…] Qualcuno ha frainteso il mio impegno di queste settimane – in questo silenzio di proposte concrete che ci circonda, rotto solo dal frastuono della bagarre per la formazione delle liste elettorali – e ha letto nel mio genuino impegno di madre ferita quello di un candidato credibile. O, forse, spendibile. Proposte alle quali ho risposto con decisione: «No, grazie!». Perché sono realmente convinta che questa città abbia bisogno, innanzitutto, di donne e di uomini di buona volontà, di progetti concreti […]”.


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