A Bergamo proteste e assembramenti: “Proprio vero che non si impara mai”


Ieri sera a Bergamo è andata in scena una maxi rivolta, con tanto di assembramento, sotto la casa del sindaco Giorgio Gori, per protestare contro le misure restrittive degli ultimi giorni.

Bergamo è diventato il simbolo nefasto dell’Italia colpita dal Coronavirus. Nei mesi scorsi le immagini della città lombarda facevano il giro del mondo, mostrando al pubblico la situazione drammatica e a dir poco inquietante che stava vivendo.

I cittadini però sono stanchi, non riescono più a lottare come prima e non vogliono piegarsi alle restrizioni molto forti della zona rossa. Per questo motivo ieri sono scesi in piazza a manifestare. La chiusura, così come nel resto d’Italia, rischia di sfociare in una vera e propria depressione sociale ed economica.

Purtroppo però c’è anche da dire che i bergamaschi, nonostante ne abbiano viste di cotte e di crude, non hanno imparato niente di ciò che è successo nei mesi scorsi. Le proteste infatti si sono susseguite per lunghe ore creando dei veri e propri maxi-assembramenti.

Queste le parole di Leonardo Cecchi sul proprio profilo Instagram: “A Bergamo ieri sera queste scene. Nella Bergamo martoriata dal Covid, dove a portare via i caduti erano camion militari. Proprio vero che non si impara mai. E viene da pensare che in altri tempi ne abbiamo viste anche di peggio e si è retto meglio, mentre qui dopo neanche un anno siamo già a questo livello.

Ci sono generazioni che hanno vissuto anni e anni sotto altro che coprifuoco e cena solo ad asporto, ma con le sirene che annunciavano bombardamenti aerei e pane razionato. Con tutto il rispetto, eh. Capisco tutto: le privazioni, la paura, la rabbia. Ci manca solo che non si capiscano. Però arrivare a non capire che la situazione non è così esasperata da arrivare a farci fare cose così sciocche come un maxi-assembramento in una città devastata dal virus, non lo capisco.”

 

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A Bergamo ieri sera queste scene. Nella Bergamo martoriata dal Covid, dove a portare via i caduti erano camion militari. Proprio vero che non si impara mai. E viene da pensare che in altri tempi ne abbiamo viste anche di peggio e si è retto meglio, mentre qui dopo neanche un anno siamo già a questo livello. Ci sono generazioni che hanno vissuto anni e anni sotto altro che coprifuoco e cena solo ad asporto, ma con le sirene che annunciavano bombardamenti aerei e pane razionato. Con tutto il rispetto, eh. Capisco tutto: le privazioni, la paura, la rabbia. Ci manca solo che non si capiscano. Però arrivare a non capire che la situazione non è così esasperata da arrivare a farci fare cose così sciocche come un maxi-assembramento in una città devastata dal virus, non lo capisco.

Un post condiviso da Leonardo Cecchi (@leonardo.cecchi91) in data: 6 Nov 2020 alle ore 12:20 PST


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