IoApro, da Napoli fino alla marcia su Roma: oggi 7 aprile, vogliono riaprire l’Italia

ioapro napoli


Si allarga il fronte dei disobbedienti. Crescono una protesta dopo l’altra, di corteo in corteo aggiungono proseliti. Tra urla disperate, slogan, dialettica muscolare, hanno attraversato l’Italia. Da Nord a Sud con un tour nelle maggiori piazze d’Italia. Anche a Napoli un nutrito gruppo di diverse migliaia di persone ha sfilato a Piazza Municipio, fino alla “marcia su Roma” davanti a Montecitorio. Ristoratori arrabbiati, parrucchieri, estetisti e tutti gli operatori economici tra i  più colpiti dalle misure restrittive, si uniscono nella rete IoApro. La parola d’ordine è riaprire le attività, riaprire tutta l’Italia in barba ai DPCM. La data indicata per passare dalle parole ai fatti è quella del 7 aprile. Una giornata che stando alla consistenza della protesta, estesa ormai sull’intero territorio nazionale, potrebbe portare a diverse alzate di saracinesche. Sfidando i divieti.

IL SUCCESSO DI IOAPRO

Nasce a gennaio attraverso i social da un piccolo gruppo di ristoratori con a capo Umberto Carriera. Una pagina ufficiale su facebook costantemente aggiornata sulle attività del movimento. Slide grafiche ideate per pubblicizzare gli eventi, dirette a scopo dimostrativo con gli organizzatori intenti a sfidare il coprifuoco oppure seduti ad un tavolino a consumare un pasto. A Minori sulla Costiera Amalfitana il video che ha fatto il giro del web e delle televisioni, con l’arrivo del sindaco che fa volare i tavoli dove a mangiare comodamente seduti ci sono alcuni esponenti di IoApro. Su Telegram, un’app simile a Whatsapp ma dove è più semplice rimanere nell’anonimato, gli organizzatori hanno aperto dei gruppi cittadini. Troverete ad esempio “IoApro Napoli”, oppure “IoApro Milano”. La protesta sui social non si arresta e visto il riscontro numerico nelle piazze, l’allargamento sui canali digitali appare una logica conseguenza e non il mezzo come avvenuto nelle prime battute della rivolta. Definita gentile nonostante qualche scontro con le forze di polizia.

LE OMBRE SUL MOVIMENTO E SU UMBERTO CARRIERA

«Aprite, non abbiate più remore». Sono le parole pronunciate da Momi, uno dei 4 fondatori di IoApro. A capo della delegazione c’è Umberto Carriera, un ristoratore di Pesaro. Sul suo passato esistono delle ombre che in qualche modo macchiano l’autenticità della protesta che secondo molti osservatori sarebbe telecomandata o comunque in parte sostenuta dalla politica, in particolare dalla destra. Quella più estrema. Carriera nel recente passato ha tentato di far passare per vera una minaccia che avrebbe subito sui social. In realtà il ristoratore ribelle pare si sia auto inviato un messaggio per poi pubblicarlo sul suo profilo. Pochi esami all’università e diverse bugie rese pubblicamente. Come ad esempio quella che la rivista Forbers l’avrebbe inserito tra i 150 imprenditori più promettenti sotto i 30 anni oppure che nel 2016 Masterchef avrebbe girato nel suo ristorante la Grande Bellezza di Mombaroccio. Tra il 2010 e il 2014 ha provato a fare l’arbitro fino all’allontanamento confermato dal presidente dell’AIA di Pesaro: «Confermo che la procura arbitrale, al termine dell’istruttoria disciplinare per dei fatti accertati, non ha rinnovato la tessera di arbitro al signor Carriera». Nel 2019 nonostante vanti la proprietà di diversi ristoranti dichiara di pagare 9.500 mila euro di tasse mentre nel 2020 si accerta che ha 4 dipendenti e non 40 come più volte dichiarato.

LA POLITICA

Non esiste la certezza che dietro al successo del movimento IoApro ci sia la longa manus della politica. E’ evidente però che diversi esponenti si sono avvicinati e appoggiato la rivolta pubblicamente. Come ad esempio Salvini, tra i primissimi al fianco di Carriera e company. Indossa la loro maglietta ufficiale, fa intervenire in una diretta social lo stesso capo dei ribelli provando a lanciare messaggi di opposizione pur sedendosi tra gli scranni della maggioranza di Governo. Ma si sa, quando c’è Salvini di mezzo la coerenza diventa un optional. Anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ha strizzato l’occhio ai disobbedienti, così come il giornalista ed ex grillino Gianluigi Paragone che di recente ha fondato Italexit. Dulcis in fundo l’irriverente Vittorio Sgarbi che ha partecipato alla manifestazione di ieri a Roma. Gli scontri avvenuti dinanzi alla sede del Governo confermano l’ipotesi di infiltrati dell’estrema Destra. Ma collegare la mobilitazione ad una matrice politica ridimensionandone la portata, significherebbe non ascoltare il Paese. In mezzo a quel corteo la maggioranza dei manifestanti apparteneva a quella classe di lavoratori ormai esasperati dall’assenza dello Stato.

LA PROVA DEL 9

Non resta che aspettare poche ore. Domani è la giornata decisiva per comprendere se quella valanga di persone deluse ed arrabbiate con il Governo, si assumerà realmente la responsabilità di contravvenire alle regole. Rischiando sanzioni e una denuncia penale. Ma anche su questo tema, il movimento IoApro tenta di tranquillizzare i suoi sostenitori offrendo la tutela legale ed escludendo reati, facendo ricorso ad una recente sentenza del Tribunale di Reggio Emilia che in sostanza non esclude la violazione amministrativa ma ritiene illegittima la richiesta di condanna penale per delle limitazioni imposte attraverso l’utilizzo dei DPCM.


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