“Variante Delta pronta ad avanzare. Non siamo fuori pericolo”: l’allarme dell’Oms


Mentre l’Europa si avvia verso un progressivo allentamento delle restrizioni, l’Oms, Organizzazione Mondiale della Sanità, torna a lanciare l’allarme sul rischio legato all’avanzata della variante Delta, più comunemente conosciuta come ‘indiana’.

Europa, Oms: “La variante Delta è pronta a prendere piede”

Hans Kluge, direttore dell’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa, nel corso del consueto aggiornamento sulla situazione covid ha dichiarato: “La nuova variante di preoccupazione Delta mostra una maggiore trasmissibilità e una certa fuga immunitaria ed è pronta a prendere piede. Ancora oggi in molti, tra le popolazioni vulnerabili di età superiore ai 60 anni, rimangono non protetti dal vaccino”.

Nemmeno il progressivo calo dei contagi sembrerebbe, a sua detta, porsi come segnale positivo come accaduto lo scorso anno: “Siamo stati già in una fase simile prima. Dopo la scorsa estate, i casi sono gradualmente aumentati nelle fasce d’età più giovani per poi spostarsi in quelle più anziane, contribuendo a una devastante ripresa, a lockdown e perdite di vite umane, nell’autunno e nell’inverno 2020. Non ripetiamo questo errore”.

Non sarebbe, dunque, da escludere una nuova ripresa del contagio soprattutto se si considera il fatto che la maggioranza dei Paesi europei, compresa l’Italia, è già ben avviata verso progressive riaperture: “Riconosciamo i progressi ma dobbiamo anche riconoscere che non siamo affatto fuori pericolo. I dati mostrano che in tutta la Regione europea la trasmissione del virus continua”.

A tal proposito dichiara: “Con l’aumento degli incontri sociali, della mobilità della mobilitazione, i grandi festival e tornei sportivi che si terranno nei prossimi giorni, l’Oms Europa chiede cautela. La copertura vaccinale è lontana dall’essere sufficiente per tutelare la Regione europea da una ripresa”.

La vaccinazione, dunque, risulta non ancora abbastanza estesa così come non esclude del tutto il rischio di contagio. Ciò potrebbe, secondo l’Oms, sviluppare una nuova ondata di trasmissione legata alla maggior trasmissibilità della variante indiana.


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