Perché i camorristi chiedono il Reddito di Cittadinanza: molti di loro sono “poveri”

Reddito di cittadinanza


Sin dai primi mesi dall’istituzione ed erogazione del Reddito di Cittadinanza le notizie di cronaca ci hanno informato che il sussidio, in alcuni casi, veniva richiesto anche da elementi della criminalità organizzata. Circostanza che, probabilmente, ha più di tutte contribuito a creare quella percezione collettiva in virtù della quale il Governo Meloni ha potuto disporre la cancellazione del sussidio a partire da agosto 2023, andando a finanziare così altre misure su cui i partiti di maggioranza avevano basato la loro campagna elettorale.

Perché camorristi e mafiosi chiedono il Reddito di Cittadinanza

È interessante cercare di capire come mai camorristi e mafiosi scelgano di chiedere il Reddito di Cittadinanza, nonostante le loro attività siano potenzialmente molto redditizie, e vista inoltre la necessità di avere un certo “rispetto” dalla parte della popolazione oppressa che viene meno nel momento in cui si scopre che oltre a praticare usura, estorsione e quant’altro i malavitosi percepivano anche il Reddito.

Una risposta l’ha data l’antropologo Antonio Vesco in una intervista MeridioNews: “Mafia non è necessariamente sinonimo di benessere e ricchezza – afferma Vesco – Molti affiliati alle cosche sono un’espressione di un sottoproletariato che ha estremo bisogno delle misure di welfare”. Spesso si tratta di persone conosciute dalla popolazione, la cui attività è particolarmente odiosa: punizioni violente, spaccio di droga, estorsioni e così. Per tali soggetti “Accedere illegalmente al reddito di cittadinanza non peggiorerà la loro reputazione”.

Anche tra i criminali ci sono i “poveri”

Il dottor Vesco precisa come tra le fila dei clan vi siano persone che comunque vengono pagate poco o molto poco, costituendo la più bassa manovalanza delle organizzazioni criminali. Oppure coloro a cui fa comunque comodo ricevere qualche centinaio di euro in più al mese. Non tutti i mafiosi, insomma, contano decine di migliaia di euro a settimana come ci hanno abituato a credere film e serie televisive. “In alcuni casi, i mafiosi che appartengono alle fasce meno abbienti – aggiunge Vesco – hanno davvero bisogno degli aiuti messi a disposizione dallo Stato. Può sembrare paradossale, ma è così”.


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