Acerbi non ha detto “neg*o” e Lautaro non ha bestemmiato: benvenuti nella Marotta League


Con fatica estrema, nonostante le due telecamere puntate addosso a Lautaro al termine di Juventus-Inter, la Lega è riuscita ad entrare in possesso dell’audio che inchioda definitivamente l’argentino. Ha bestemmiato. Lo sapeva l’Italia intera, adesso lo sa anche Chiné.

La realtà parallela della Marotta League, dove Acerbi non è razzista e Lautaro non bestemmia

Eppure, neanche questa volta arriverà la squalifica. Una situazione che fa il paio con quella dell’anno scorso, quando Francesco Acerbi insultò e denigrò con espressioni razziste il napoletano Juan Jesus, rimanendo impunito nonostante la denuncia del calciatore che non avrebbe avuto neanche un motivo che fosse uno per raccontare frottole su un argomento così delicato.

Due storie che hanno un denominatore comune: la maglia indossata dagli autori di espressioni deplorevoli e da stigmatizzare. Acerbi e Lautaro hanno negato giurando sulla vita dei propri familiari. E questo è ancora più grave.

Episodi che lasciano davvero interdetti sull’equità e l’efficienza di un sistema calcio che schiaccia i principi di quella che dovrebbe essere una società civile e orizzontale, per favorire la prevaricazione e l’avanzamento verso la poltrona del potere dei soliti noti.

Che rimangono impuniti e liberi di sguazzare in un fango di mediocrità, imbavagliando gli inermi spettatori. Benvenuti nella realtà parallela della Marotta League. Che piaccia o no. This is Italy.


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