Chirurgia, uno studio della Federico II rivoluziona la cura post angioplastica: infarti ridotti del 20%


Pubblicato lo studio della Federico II su un nuovo trattamento terapeutico post angioplastica: Napoli e la sua storica Università si riconfermano eccellenze nel campo della ricerca medica e chirurgica.

Eccellenze nella ricerca, lo studio sul post angioplastica della Federico II

Un risultato che porta Napoli e la Campania al centro della ricerca scientifica internazionale. Lo studio PARTHENOPE, coordinato dal prof. Giovanni Esposito, Direttore del DAI di Scienze Cardiovascolari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, ha dimostrato che la doppia terapia antiaggregante (DAPT) non deve più essere uguale per tutti, ma calibrata sulle esigenze del singolo paziente.

La ricerca, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology e presentata al congresso europeo di cardiologia a Madrid, ha coinvolto oltre 2.100 pazienti ed è il primo studio randomizzato a confrontare la strategia standard (12 mesi di DAPT per tutti) con un approccio personalizzato, basato sul punteggio clinico DAPT e sul quadro della malattia coronarica.

Con trattamento personalizzato si riducono gli eventi negativi

“La DAPT – spiega il prof. Esposito – viene utilizzata per ridurre il rischio di coaguli dopo un’angioplastica coronarica. Finora era prescritta quasi sempre per 12 mesi, indipendentemente dal paziente. Con lo studio PARTHENOPE dimostriamo che la durata può variare dai 3 ai 24 mesi, con risultati migliori”.

I dati parlano chiaro: l’approccio su misura ha ridotto del 20% il rischio di eventi gravi come morte, infarto, ictus o sanguinamento. In particolare, è diminuito il numero di infarti e di rivascolarizzazioni urgenti, senza aumentare il rischio di emorragie.

La ricerca che può salvare vite umane

Il lavoro, presentato dal prof. Raffaele Piccolo, responsabile del Programma di Trattamento percutaneo della malattia coronarica acuta e cronica e direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, segna un passo decisivo verso una medicina sempre più personalizzata.

“Questo risultato – commenta il direttore generale Elvira Bianco – è la prova del forte legame tra ricerca, assistenza e formazione che caratterizza la Federico II. Offriamo cure di eccellenza e allo stesso tempo produciamo evidenze scientifiche che arricchiscono la comunità medica internazionale”.

Con PARTHENOPE, la cardiologia campana si conferma un’eccellenza non solo italiana, ma mondiale: una ricerca nata e cresciuta a Napoli capace di cambiare ed allungare la vita dei pazienti di tutto il mondo.

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