Ercolano-Portici, la rivolta dei giudici di pace


Tutti per strada venerdì, giudici di pace Ercolano e quelli di Portici. Anche perché al momento un ufficio di loro competenza dove lavorare proprio non c’è. Per questo i membri dell’associazione forense “Porzio” hanno organizzato per venerdì un corteo di protesta che sfilerà per le vie delle due cittadine vesuviane.

A scatenare la rivolta dei principi del foro il mancato ripristino del tribunale di Portici, cancellato dal Ministero della Giustizia lo scorso mese di maggio per mancanza di personale. A nulla, infatti, sono servite le lunghe trattative portate avanti negli ultimi mesi dall’avvocato Vincenzo Cenvinzo e dal sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto. La colpa sarebbe tutta degli impiegati comunali della vecchia città di Resina, che non avrebbero accettato di assumersi l’incarico di svolgere mansioni di segreteria e di accoglienza al pubblico presso gli appositi sportelli. Ne servivano tre, ma nessuno ha dato il suo assenso.

Salta così per la seconda volta la possibilità di ridare ai cittadini di Ercolano e di Portici la possibilità di potersi rivolgere al giudice di pace territoriale. Già la precedente amministrazione, infatti, aveva firmato un patto salva-giudice con quella porticese, ma anche in quell’occasione per vari motivi non si riuscì a fornire il tribunale degli impiegati necessari. Con l’avvento del sindaco Buonajuto – anch’egli un avvocato – si pensava però che le cose potessero andare meglio, ma le richieste dei giudici di pace non sono state ascoltate nemmeno stavolta.

Così hanno pensato bene di scendere in piazza per far arrivare più forte il loro grido d’aiuto, prima che la loro funzione muoia del tutto. Proprio per questo sarà trasportata perfino una bara lungo il percorso previsto, che partirà dal Comune di Ercolano, in corso Resina e giungerà sino al Palazzo Reale di Portici.


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