Villa Signorini a Ercolano in vendita: asta da 6,2 milioni per il gioiello del Miglio d’Oro

Villa Signorini


Villa Signorini a Ercolano in vendita all’asta da una base di 6,2 milioni di euro. La villa del Settecento fa parte delle 122 del Miglio d’Oro ed oggi è un hotel a 4 stelle: al suo interno 42 camere lussuose con bagno, mentre all’esterno ci sono una piscina ed una grande area verde nella quale insistono altri piccoli edifici, sia antichi che più recenti, aventi diverse funzioni.

Villa Signorini a Ercolano in vendita all’asta

Villa Signorini è stata messa in vendita a causa di un contenzioso per un vecchio mutuo con una banca. Il prestito fu concesso prima della pandemia da Covid-19, tuttavia proprio il periodo complicato determinato dall’impatto del coronavirus è stato devastante per le sorti economiche dell’attività che non si è ben ripresa economicamente. Il giorno dell’asta è stato fissato per l’11 luglio 2023, tuttavia i proprietari auspicano in un accordo con l’istituto di credito prima di quella data.

villa signorini piscina

La piscina di Villa Signorini

L’asta per Villa Signorini è disponibile sul sito di Idealista, dove si legge una breve descrizione della struttura: “La proprietà nel suo insieme si compone di un fabbricato principale (la villa monumentale settecentesca), tre corpi di fabbrica strutturalmente autonomi (sia tra loro che dal fabbricato principale) adibiti a camere d’albergo; nonché due sale ricevimenti realizzate nel parco con strutture prefabbricate, un centro benessere con annessa piscina all’aperto e dai terreni liberi dove sono allocati svariati altri piccoli corpi di fabbrica, alcuni antichi (pensatoi e manufatti ornamentali) ed altri di più recente realizzazione (depositi, cabine di trasformazione, varie tettoie)”.

Villa Signorini: un po’ di storia

Villa Signorini fu edificata nel XVIII secolo. Di essa si ignora ancora il nome dell’architetto, ma, in base alle fonti storiche presenti nell’Archivio di Stato di Napoli, si è riusciti a ricostruire l’intera genealogia delle proprietà. Quest’ultima in particolare è molto interessante perché ci permette di attraversare parzialmente la gloriosa storia del passato industriale nel Mezzogiorno italiano. Dopo la prima proprietà di Andrea Alfano, si susseguirono le proprietà G. B. Cirella (fino al 1809), delle famiglie Gaetani dell’Aquila d’Aragona (fino al 1884), di Carlo Brancia (fino al 1911) e, soprattutto, quelle di Don Paolo Signorini, uno dei titolari della ditta conserviera Cirio.

Villa Signorini interno

L’interno di Villa Signorini

Breve descrizione di Villa Signorini

Per quanto riguarda la Villa Signorini essa rispecchia lo stile rococò del Vaccaro e, secondo Nocerino, De Dominaci, Milizia, in base alle analogie con la Villa Caravita (oggi Maltese), si suppone essa risalga direttamente alla sua paternità, o indirettamente per il tramite di un suo allievo o estimatore.

La Villa Signorini si articola su due piani, con un ingresso con bugne in piperno, volute tardo baroccheggianti, e una chiave di volta che infrange gli statici mensoloni a sostegno dei balconi centrali in piperno. Le volute di stucco rococò inquadrano le finestre del piano terra e del primo piano. Sul balcone centrale, disposto in asse con il portale d’ingresso, si ergeva un antico stemma, recuperato solo parzialmente, e in anni recenti, in uno stupefacente ritrovamento nei sotterranei. Lievi paraste coordinano la partitura della facciata, la quale nei suoi estremi è incardinata da due terrazzini con balaustra traforati. “Lo spettacolare e sontuoso prospetto posteriore guarda verso il giardino. Il piano terreno comunica col giardino attraverso grandi archi protetti da vetrate in ferro battuto e nella parte inferiore delle coppie di paraste vi sono nicchie per le statue, mentre nella parte superiore gli ovali sono incorniciati da stucchi rococò. Sul piano nobile sorgono due corpi di fabbrica che, avanzati simmetricamente, danno sull’ampia terrazza il cui fronte interessa tutta l’ampiezza del fabbricato. la balaustra ripete lo stesso motivo del traforato dei terrazzini“.

Dal terrazzo scendono lateralmente, come in un abbraccio, due rampe di scale, le quali, come sembra dimostrare il motivo delle balaustre (differente rispetto a quello del terrazzo), risalgono a un’epoca successiva. Nelle stanze e nel salone risiedono notevoli affreschi settecenteschi, maioliche, e arredamenti in stile borbonico. Il giardino riprende le tipiche geometrie all’italiana, e pur mantenendo un’ispirazione agricola possiede suggestioni ornamentali. La parte del giardino rivolta al mare si collega alla strada con un viale centrale; mentre la parte rivolta al Vesuvio consegue una semplice simmetria con la precedente, decorata ad alloro e camelie.


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