Libero, attacco razzista ai napoletani: “Sono assenteisti, frignano. Non se ne può più”


La prima pagina del quotidiano Libero apre con un attacco contro i napoletani. Il giornale diretto da Vittorio Feltri titola così: “Il solito vecchio vizio. Piagnisteo napoletano“. L’attacco del giornale è un pastiche che mette insieme cronaca, politica, sport e soliti luoghi comuni. Si inizia facendo riferimento al presunto assenteismo dei napoletani, ricordando il recente caso del Loreto Mare. Poi si passa al calcio: “Se perdono, attaccano l’arbitro pure quando hanno torto – dice Libero – hanno venduto Higuain e frignano dimenticando di aver comprato Maradona“.

Non usa mezzi termini, insomma, il giornale. I napoletani sono tutti assenteisti, piagnoni e sfaticati. È la sagra del luogo comune, in cui si fa confusione tra calcio, cronaca e politica. Tutto fa brodo, insomma, per denigrare i napoletani. Feltri dimentica che i “furbetti del cartellino” non esistono solo al Sud – come si è voluto far credere anche durante la trasmissione di Quinta Colonna – ma in tutta Italia. Come non ricordare il dipendente del Comune di Sanremo che andava a timbrare i cartellini in mutande?

Non è la prima volta che Libero mostra in prima pagina titoli a dir poco discutibili. Non solo razzisti, come quest’ultimo, ma anche sessisti. Ricorderete, infatti, il vergognoso titolo dedicato alla sindaca di Roma Virginia Raggi, definita una “Patata bollente. Insomma,  il quotidiano di Vittorio Feltri si diverte con i titoli dallo sberleffo facile, ignorante, razzista e volgare. Ancora più grave è però il titolo di stamattina. Quel “il solito vecchio vizio” fa capire che, secondo Libero, le presunte colpe dei napoletani sono “storia vecchia“, insite fin dal principio della storia partenopea.

Va da sé che il quotidiano dimostra non solo di avere scarsa memoria storica, ma di giocare ancora una volta per luoghi comuni privi di verità. E, per quello che si professa (o almeno dovrebbe) come un quotidiano che fa informazione, non c’è cosa peggiore di “informare” i propri lettori se non attraverso i soliti pregiudizi senza fondamento, se non quello razzista.


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