Cittadinanza Attiva: “Napoli è più sporca di prima, i turisti non vengono per gli eventi”


Il clamore per i fatti di Piazza san Domenico riaccende il dibattito sulla vivibilità della città di Napoli. Le effusioni spinte dei due giovani pongono la questione sul decoro perduto per gli schiamazzi di una movida fuori controllo. Tra sorseggi di spritz, un giro di canna e fiumi di birra, la dialettica interna appare perdere di vista i problemi strutturali della città: debito mostruoso del comune di Napoli, trasporto su gomma al collasso con la stangata sui biglietti e il dramma delle periferie abbandonate.

Una Napoli spaccata in due che consente una narrazione dicotomica tra bellezza e sporcizia, rinascimento e decadenza. L’avvento di Luigi De Magistris sulla poltrona di sindaco con la contemporanea conclusione dell’emergenza rifiuti e una progressiva crescita turistica, spinge molti cittadini a credere in quella città del riscatto, proclama tra i più frequenti del sindaco che spinge tale leva con cadenza programmata. Esiste però un fronte crescente di oppositori stanco dei rumori della movida, dei centri sociali che occupano edifici pubblici, delle interminabili attese alle fermate degli autobus e di percorrere strade tra cartacce e rifiuti gettati selvaggiamente.

Tra questi ultimi vive dall’autunno del 2012 un’associazione apartitica che ad oggi conta 200 iscritti, un sito internet, una pagina e un gruppo facebook con oltre sedici mila simpatizzanti. Lucio Mauro, presidente di Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli, pone questione dirimenti nell’opinione pubblica, inchiodando il primo cittadino di fronte a problematiche dilaganti.

La prima balla del sindaco fu quando promise di riaprire il lungomare. Da lì, da quella prima battaglia, ormai persa, nasce la nostra associazione. La lista delle promesse mai mantenute è lunga e per questo siamo incazzati. Il nostro intento non è solo quello di opporci ma anche si produrre proposte, e ne abbiamo esperite molte, per il rilancio della città e la difesa della legalità”. 

I due punti di forza su cui De Magistris ha costruito gran parte della sua fortunata propaganda politica sono la risoluzione dell’emergenza rifiuti e la crescita turistica attestata dai numeri: “Quando dice che ha salvato Napoli dai rifiuti diffonde falsità. Non è stato lui l’artefice, ma il governo Berlusconi che convogliò i rifiuti nei siti di trasferenza e aprendo il termovalorizzatore di Acerra. Oggi Napoli è più sporca di prima, perché durante i periodi nei quali la città non era sommersa dalla tragedia rifiuti, le nostre strade erano più pulite di adesso. Lo dico con convinzione, senza paura di essere smentito”. 

Quanto al turismo è senza dubbio il motivo predominante su cui si innerva il nuovo orgoglio napoletano: numeri significativi, cresciuti in maniera esponenziale dal 2011 ad oggi. Il presidente di Cittadinanza Attiva pone però l’accento su alcune ricadute che sporcherebbero quell’area della città fino a poco tempo fa sfavillante: “De Magistris non è stato certamente un volano all’arrivo dei turisti a Napoli. Non vengono qui perché c’è la festa della pizza o del baccalà sul lungomare. Questi eventi attirano persone dall’hinterland napoletano. L’attrazione di Napoli non può essere questa o una strada chiusa. Le ricadute su questo modo di fare mostrano il completo abbandono delle periferie che restano tali, perché i turisti non ci vanno, mentre il peggio è sbarcato dove c’è maggiore flusso di persone, dove gira l’economia. Chi si sta arricchendo con la crescita turistica? Sicuramente pizzaioli e piccoli locali come bar e friggitorie, i B&B, la mercanzia a basso costo cioè la contraffazione che si è quadruplicata e anche la malavita. Si sa, dove ci sono soldi, c’è la camorra”. 

Il quadro disegnato dall’esponente di spicco dell’associazione si avvicina alla schiera di chi negli ultimi mesi non trova più soddisfazione nella semplice constatazione che Napoli sia finalmente diventata una meta turistica di valore. La parte della bilancia che si contrappone all’idea di una città splendente comincia a pesare di più, in attesa di risposte mai pervenute. Dalla promessa di un rinforzo del trasporto su gomma all’annuncio del reddito di cittadinanza a poche settimane dalle rielezioni, il patto di De Magistris con i napoletani è divenuto vacillante.


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