Napoli, solleva cadavere di 120 kg e ha un infarto: Comune condannato a risarcirlo


Napoli – Era il 2 gennaio del 2019 quando un seppellitore comunale era stato colto da un infarto dopo aver sollevato un cadavere di 120 kg in condizioni non conformi al regolamento in vigore: ad oggi, a tre anni dall’accaduto, il giudice del lavoro ha condannato il Comune partenopeo a risarcire il dipendente per danno biologico e morale.

Napoli, infarto dopo aver sollevato il cadavere: Comune condannato al risarcimento

Il dipendente comunale era stato chiamato a prelevare la salma, del peso di oltre 120 kg, presso un hotel di Napoli, posto in zona piazza Garibaldi. Lo aveva sollevato e trasportato lungo le scale insieme ad un altro collega ma poco dopo aveva avvertito un malore: una forte fitta al petto seguita da mancanza di respiro.

I medici della clinica Villa dei Fiori ad Acerra, dove l’uomo fu ricoverato e successivamente operato, confermarono la diagnosi di infarto. Come reso noto da ‘Il Corriere del Mezzogiorno’, l’operazione di trasporto della salma sarebbe stata completata violando le misure contenute nel documento di valutazione dei rischi.

Stando al regolamento, infatti, un cadavere dal peso consistente dovrebbe essere prelevato da quattro uomini peraltro dotati di attrezzatura meccanica. Così l’uomo, assistito dal legale Domenico Carozza e affiancato dal sindacato Cisl Fp di Napoli, ha fatto causa contro il Comune e il giudice ha accolto parzialmente il ricorso. Il Comune di Napoli, dunque, è stato condannato al risarcimento per danno biologico e morale oltre al pagamento delle spese.


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