“La casa è del clan”: donna minacciata e costretta a rifiutare un alloggio del Comune di Napoli

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Minacciavano chi aveva avuto assegnato dal Comune di Napoli un alloggio confiscato alla camorra. Per questo due persone, marito e moglie, sono state fermate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del capoluogo partenopeo. Avrebbero infatti intimato una donna a rifiutare perché la casa apparteneva al clan.

MINACCIATA PER NON VIVERE IN UN APPARTAMENTO: “LA CASA È DEL CLAN”

È stata infatti applicata un’ordinanza della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Napoli e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura nei confronti di 2 persone. Gli indagati – marito e moglie (classe ’61 e ’62) – sono ritenuti gravemente indiziati del reato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dalla locale Direzione distrettuale antimafia, hanno permesso di accertare che una donna, dopo aver ricevuto in assegnazione dal Comune di Napoli un alloggio sito in Fuorigrotta e confiscato alla camorra, era stata minacciata più volte dai due indagati affinché non lo occupasse perché “bene appartenente alla camorra”. La donna, che in un episodio è stata anche intimidita con l’uso di una mazza da baseball, veniva costretta quindi a rinunciare all’alloggio accettandone un altro. Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.


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