Halloween al Cimitero delle 366 Fosse: apertura straordinaria e gratuita

Il Cimitero delle 366 Fosse


Halloween al Cimitero delle 366 Fosse insieme alla Delegazione FAI di Napoli e l’Arciconfraternita Santa Maria del Popolo agli Incurabili. Un’apertura straordinaria con visite guidate in un luogo speciale che così potrà “rivivere”: sconosciuto ai più, il Cimitero rappresenta un pezzo di storia napoletana che noi, in quanto cittadini, non possiamo permettere vada dimenticata.

La visita al Cimitero delle 366 Fosse avrà luogo sabato 29 ottobre 2022 nell’arco di sei turni dalle 9.30 alle 12. L’evento è aperto a tutti con contributo libero. Si consiglia di indossare scarpe comode. L’ingresso è da via Fontanelle al Trivio, 38, nel quartiere Poggioreale.

La storia del Cimitero delle 366 Fosse

Voluto da Voluto da Ferdinando IV di Borbone, su sollecitazione dell’Ospedale Santa Maria del Popolo agli Incurabili, fu realizzato da Ferdinando Fuga con criteri illuministici di razionalizzazione delle sepolture. È stato il primo cimitero dedicato ai poveri ed il primo in assoluto ad essere costruito al di fuori delle mura cittadine. Rappresenta una parte della storia della nostra città la cui memoria deve essere preservata.

Il re commissionò l’opera all’architetto Ferdinando Fuga già artefice del Real Albergo dei Poveri, voluto da Carlo di Borbone, e di numerose altre opere importantissime per la città di Napoli. Il cimitero fu costruito su un terrazzamento naturale collocato sulla collina di Poggioreale nella parte orientale della città. Da re illuminato quale Ferdinando fu, egli realizzò una perfetta “macchina della morte”.

Foto: Arciconfraternita Santa Maria del Popolo agli Incurabili “366 Fosse”

Una perfetta “macchina della morte”

Le fosse erano 366 così come i giorni dell’anno bisestile, ogni giorno se ne apriva solo una in cui venivano deposti tutti i defunti di quella giornata. Le fosse, a pianta quadrata profonde circa sette metri, erano allineate diciannove per file. Trecentosessanta erano posizionate nel cortile all’aperto, altre sei erano al coperto. Tutte le sepolture erano segnate da una lastra con sopra il numero inscritto in un cerchio. La sequenza procedeva da sinistra a destra, ma cambiando file la progressione cambiava andamento, da destra e sinistra, e così via.

Le lapidi di basalto, che sigillavano le fosse, furono disposte in modo che i becchini si trovassero a lavorare ogni giorno su una fila differente da quella del giorno precedente. I corpi erano lasciati cadere nelle fosse senza cura né attenzione, fino a quando, nel 1875, una baronessa inglese che aveva perduto la figlia in seguito a un’epidemia di colera, decise di donare al cimitero un macchinario, realizzato da una fonderia napoletana, che calasse con calma e precisione le salme all’interno delle sepolture. Pur non potendo consentire al familiare di identificare il luogo preciso in cui poter piangere il defunto, il cimitero funzionò fino al 1890 accogliendo più di settecentomila corpi.


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