Quando un fulmine distrusse Castel Sant’Elmo e uccise 150 uomini


Castel Sant’Elmo è un castello medievale, oggi utilizzato come museo, situato sulla collina del Vomero. Un tempo denominato Paturcium, sorge nel luogo dove dal X secolo c’era una chiesa dedicata a Sant’Erasmo (trasformato poi in Eramo, Ermo ed infine Elmo).

Questo edificio, di cui si hanno le prime notizie storiche al 1329, fu in parte ricavato dalla viva roccia e trasse origine da una torre d’avvistamento normanna, denominata Belforte. Infatti dalla sua posizione è possibile controllare tutta la città, il golfo e le strade che dalla collina conducono al centro.

Gli architetti incaricati della costruzione del castello furono Francesco de Vico e Tino da Camaino. Alla morte di quest’ultimo poi, nel 1336, gli successe Attanasio Primario e nel 1340, Balduccio de Bacza. I lavori furono ultimati solamente nel 1343 sotto il regno di Giovanna I d’Angiò. Il castello, assediato numerose volte nella sua storia, nel 1416  fu venduto dalla regina Giovanna II per la somma di diecimilacinquecento ducati ad Alfonso d’Aragona. Il castello, inoltre, fu un ambito obiettivo militare quando francesi e spagnoli si contesero il Regno di Napoli.

Oggi il castello, oltre che museo permanente, il “Napoli Novecento”, è anche sede di varie mostre temporanee, fiere e manifestazioni: dal 1998 fino al 2011 ogni primavera è stata la sede del Napoli Comicon, che dal 2012 è stato spostato alla Mostra d’Oltremare.

Un avvenimento importante e sconosciuto alla maggior parte dei napoletani è quello che riguarda un fulmine, che nel 1587 cadde nella polveriera, deposito delle munizioni, distruggendo la palazzina del castellano, gli alloggi militari e la chiesa e facendo saltare in aria buona parte della fortezza uccidendo 150 uomini ed arrecando danni al resto della città.  Dal 1599 partirono i restauri della struttura ma nonostante ciò essa mantenne sempre l’aspetto originario.

Garitta sul camminamento

Veduta sul golfo da una delle garitte

 


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