Ma quale penalizzazione Juve, la piovra vince ancora. L’Italia non ha il coraggio di liberarsene

Andrea Agnelli, l'ex presidente della Juventus si è dimesso per l'inchiesta Prisma


L’Italia del pallone si risveglia vent’anni indietro. All’indomani della sanzione definitiva comminata alla Juventus, che ha scelto di patteggiare con la Giustizia sportiva per chiudere ogni questione in sospeso, il senso di amarezza pervade l’animo degli appassionati sportivi.

Patteggiamento Juve: nessuna penalizzazione, solo una multa di 700mila euro

Una multa di 718.240 euro, con la promessa di rinuncia alla presentazione di eventuali ricorsi, ha chiuso di fatto ogni discorso. La Juve non riceverà dunque nessuna penalizzazione per la stagione prossima, e se la caverà pagando una sanzione che corrisponde allo 0,2% del proprio fatturato.

Penalizzazione Juve, una barzelletta imbarazzante che non fa ridere più nessuno

Dopo almeno un decennio di plusvalenze fittizie e manovre illecite sugli stipendi dei calciatori, dunque, i bianconeri ne escono con 10 punti in meno nel campionato in corso, che comunque non hanno evitato una qualificazione europea (Europa o Conference League), e zero in quello prossimo.

Il dimissionario Andrea Agnelli verrà sottoposto a processo, avendo scelto personalmente di non fare alcun passo indietro. Il titolo in borsa della società piemontese intanto è schizzato: il risultato del patteggiamento ha dunque giovato alle casse ed alla programmazione futura della società.

Ancora una volta giustizia non è fatta. La piovra continuerà a muoversi liberamente nelle acque torbide dell’illecito, con la consapevolezza di sguazzare in una palude nella quale il tribunale sportivo ha deciso di non immergersi. Per intenderci, 718mila euro sono meno di una mensilità dello stipendio di Massimiliano Allegri, che guadagna 12,8 milioni di euro all’anno.

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La squadra più vincente del calcio italiano, dopo lo scandalo del 2006 che aveva portato alla luce anni di arbitri chiusi negli spogliatoi, partite combinate e corruzioni di ogni tipo, torna in meno di vent’anni ad essere rimproverata dal magnanimo preside, ma scansa ancora l’espulsione.

Non ci riesce proprio, l’Italia, ad alzare la testa. A non piegarsi a dinamiche di potere retrograde e stantie, che non piacciono più a nessuno. Probabilmente neanche agli stessi tifosi bianconeri. Un paese che vive con la perenne percezione che la Juve abbia qualcosa da nascondere. E che fa finta di non vedere. Fino al prossimo patteggiamento. Fino alla fine.


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