Movida a Napoli, assurda decisione del giudice: locali punibili per il “vociare” dei non clienti
Mar 01, 2025 - Francesco Pipitone
Residenti contro la movida a Napoli
I locali del centro storico di Napoli responsabili del vociare delle persone per strada, anche se non sono clienti, e perfino dopo l’orario di chiusura. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Napoli, IV sezione civile, nell’ambito di una lite giudiziaria nella quale alcuni residenti hanno presentato un ricorso cautelare ex art. 700 cpc per immissioni rumorose moleste.
Movida a Napoli, ennesima lite tra residenti e gestori dei locali
Siamo tra Vico Quercia, Via Cisterna dell’Olio e Vico II Cisterna dell’Olio, la zona dove si trova il cinema Modernissimo (non coinvolto nella faccenda), ed in cui negli ultimi anni hanno aperto diversi locali serali. Un’area dove fino a non troppo tempo fa non era difficile incontrare, sul tardi, i classici “brutti ceffi” o tossicodipendenti che lì si appartavano per assumere sostanze. Una situazione paragonabile a tanti altri punti del centro storico di Napoli che, adesso, si sono rivalutati grazie anche all’apertura di queste attività che oltre alla funzione di intrattenimento svolgono quella – indiretta ma importantissima – di sentinelle della legalità.
A Napoli i reati sono in calo
D’altra parte le statistiche sui reati vedono in netto miglioramento la posizione del capoluogo partenopeo, fuori dalla top ten delle metropoli italiane in cui si verificano più reati secondo le rilevazioni dell’Indice di Criminalità. Non solo: se generalmente nelle città turistiche si verificano più reati, Napoli è in controtendenza. È lecito immaginare che uno dei motivi fondamentali sia dato proprio dalla presenza di locali e dalla movida, la quale in certi casi può sicuramente arrecare dei problemi, ma che nella nostra città ha portato numerosi benefici anche sul fronte della sicurezza.
È questo lo sfondo sociale in cui si inserisce la vicenda che vede coinvolti, loro malgrado, sette locali dell’area che abbiamo individuato. I residenti hanno presentato un ricorso cautelare lamentando “un gravissimo perturbamento delle vivibilità delle loro case di abitazioni” causato dalle attività in questione, chiedendo alle stesse e al Comune di Napoli “di adottare tutta una serie di misure idonee utili a far cessare le immissioni intollerabili e moleste”.
Gestori dei locali responsabili del “vociare”, anche dei non clienti
I gestori dei locali sono stati ritenuti responsabili del comportamento e del vociare delle persone che stazionano nelle vicinanze dei bar (a prescindere che siano o meno loro clienti), anche in assenza della diffusione di musica e simili. In seguito al giudizio che, per sua natura, è sommario poiché si tratta di un ricorso urgente presentato in virtù del presunto pericolo “di un danno grave” alla salute, i locali sono stati sottoposti a diversi obblighi. Il mancato rispetto di questi viene sanzionato con la somma di 500 euro al giorno per ogni obbligo per ciascuno dei locali.
Ai residenti non è bastato che i gestori, che dànno lavoro a decine di persone, abbiano anticipato la chiusura di mezz’ora rispetto alla normativa nazionale, né che abbiano rinunciato del tutto a diffondere musica e vietare perfino che venga cantato “Tanti auguri a te” in occasione di compleanni. Lo scopo sembra essere quello di eliminare la fonte del “problema” alla radice comportando la chiusura dei locali entro le 23 o la mezzanotte, che per questo tipo di attività significa il fallimento e la serrata definitiva.
Tra tali imposizioni citiamo, a titolo esemplificativo: “la predisposizione a cura dei gestori dei locali, in maniera congiunta o disgiunta, di un servizio di vigilanza privata che deve avere il compito di limitare al massimo i comportamenti più rumorosi degli avventori”. Il Comune di Napoli deve invece predisporre un servizio di Polizia Municipale che, tra le altre cose, controlli “che non vi siano stazionamenti di persone oltre l’orario di chiusura dei locali”. Il poche parole, in orario notturno ci devono essere agenti della Municipale che sgomberino la zona, costituita da strade pubbliche.
Le sanzioni comportano di fatto la serrata definitiva
Il mancato rispetto degli obblighi (anche quelli a carico del Comune di Napoli) comporta la “6. Limitazione, fino ad eventuale eliminazione delle aree di occupazione di suolo pubblico dove sono presenti tavoli e sedie; 7. Riduzione fino ad eventuale divieto assoluto di permanenza di avventori all’esterno dei locali; 8. restrizione degli orari degli esercizi di somministrazione con chiusura non oltre le ore 23.00 dalla domenica al giovedì e non oltre le ore 24.00 il venerdì e sabato.”.
Visto il ben noto sotto dimensionamento dell’organico della Polizia Municipale di Napoli, si può comprendere come possa risultare estremamente complicato, per non dire impossibile, assicurare la presenza notturna di agenti in un’area circoscritta con il fine di vigilare sugli assembramenti di persone e il volume delle loro voci. Siamo ben oltre il concetto di poliziotto di quartiere: qui si pretende il poliziotto di vicolo o, meglio, il poliziotto di condominio.
Senza voler sottovalutare né sminuire i disagi dei residenti, i quali hanno diritto a vivere in pace e tranquillità, bisogna comunque fare i conti della realtà e con il contesto generale, con la consapevolezza di vivere in una zona frequentata dalla movida. Quest’ultima deve rispettare determinate e precise regole, a patto che però siano stabilite con il buon senso e il contemperamento dei diritti e bisogni di tutti.
