“Sì, è vero, ho sparato ma ero imbottito di coca”


Non ha negato di aver sparato, di essersi girato cioé con un’arma in pugno per esplodere quei colpi contro i poliziotti. No, anzi, ha ammesso davanti a un giudice di avere ferito gli agenti di polizia che lo inseguivano, ma ha provato a ridimensionare la propria posizione: «Non volevo uccidere, ho provato solo ad intimidire gli inseguitori, non volevo tornare in cella, ho fatto di tutto per allontanare quelli che ci stavano addosso».

Dura una manciata di minuti, l’interrogatorio di garanzia del ventenne Michele Mazio dinanzi al gip Tommaso Miranda. È accusato di tentato omicidio, porto e detenzione di armi da fuoco, resistenza a pubblico ufficiale, assieme ai due ex complici Ivan Zinzi (20 anni) e Salvatore Di Candido (22 anni).
Brutta storia, a ripensare a quei nove colpi che hanno ferito due agenti impegnati nel corso di un controllo dell’ordine pubblico. Tocca a lui, a quello che ha sparato, incrociare lo sguardo di un giudice.


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