FOTO. Torre Annunziata, apre la casa famiglia “Peppino Brancati”: ospiterà 8 minori


E’ stata inaugurata questo pomeriggio la nuova casa famiglia “Peppino Brancati”, ubicata presso i Salesiani di Torre Annunziata, in via Margherita di Savoia, e gestita dall’associazione “Piccoli Passi Grandi Sogni”. La neo struttura si aggiunge alle altre 5 già esistenti appartenenti alla onlus diretta da don Antonio Carbone, sacerdote salesiano di Torre.

Alla presentazione della casa famiglia sono intervenuti anche il monsignor Francesco Marino, vescovo di Nola, e il Questore di Napoli, Antonio De Iesu. Presente anche Vincenzo Ascione, fresco sindaco di Torre Annunziata. Assente, invece, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, fermato da impegni improvvisi.

La struttura ospiterà 8 minori a rischio, di sesso maschile, inviati dai Servizi Sociali Territoriali e dal Centro di Giustizia Minorile.

Per amore del nostro popolo non possiamo tacere il male dei mali, la camorra – ha esordito don Antonio Carbone nel suo discorso –  Il nostro territorio viene detto terra dei Gionta, territorio del clan Gallo, ma sappiamo bene che la camorra è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha avuto un inizio e avrà una fine, avrà una fine anche nella misura in cui non verrà meno il nostro compito di educare al bene, al bello, alla vita”.

La comunità prende il nome dallo scugnizzo napoletano Peppino Brancati che, incontrando don Bosco nel suo unico viaggio a Napoli (nel 1880), quando rimase orfano fu accolto nella sua casa di Torino.

Gli obiettivi della casa famiglia sono educare, recuperare e soprattutto amare i suoi giovani ospiti: “Ogni inaugurazione della casa famiglia è un po’ una sconfitta dello Stato – spiega don Antonio – ragazzi che non hanno genitori, ragazzi maltrattati, ragazzi che hanno problemi con la giustizia, che non possono ricevere una carezza rassicurante dalla propria mamma. Noi vogliamo stare dalla parte di chi dalla vita ha avuto di meno”.

La casa è composta da 4 camerette con annessi servizi igienici, una stanza per l’operatore e una grande cucina con due divani e due televisori.

La comunità ha già ottenuto tutti i permessi, si attende solo l’assegnazione degli ospiti.

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