Crac Deiulemar: indagine bis in Svizzera


Le speranze degli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione, restano aggrappate all’esito delle rogatorie internazionali. Dopo la risposta del ministro degli esteri Emma Bonino alla lettera inviata dal deputato Luigi Gallo del Movimento 5 Stelle in merito alla questione delle soluzioni nagoziali alle problematiche fiscali tra Svizzera e Italia, i rappresentanti dei creditori e la curatela fallimentare ci riprovano. Nei prossimi giorni, infatti i rappresentanti legali dei risparmiatori travolti dal crac da 800 milioni che ha messo in ginocchio la città vesuviana, incontreranno il pm della Procura di Roma, Paolo D’Ovidio, al fine di porre in essere tutte le iniziative necessarie per riattivare le ormai famose rogatorie internazionali con la Svizzera.

La chiave di volta per aprire al fallimento della società di fatto composta dagli armatori corallini, i conti elvetici direttamente ed indirettamente riconducibili alla dinastia di imprenditori che per decenni ha amministrato il colosso finanziario di via Tironi.

Un ritorno di fiamma dopo lo scontro «diplomatico» di fine luglio, con la corte dei reclami del tribunale penale federale svizzero, che- per un vizio di forma- disse «si» ai ricorsi presentati dagli armatori contro la trasmissione degli incartamenti relativi ai conti correnti bancari alla Procura di Roma. In ballo, secondo quanto emerso dalle ricostruzioni degli inquirenti, ci sarebbero i fondi «distratti» dai vertici della «banca privata» di Torre del Greco.

Nel mirino, in particolare- sempre secondo quanto emerso dalle indagini- ci sarebbero 650 milioni di euro, oltre ad altri 350 milioni spostati nelle casse degli armatori direttamente dalla flotta del colosso economico di via Tironi. «E’ questa la strada da seguire in questo momento- ribadiscono i rappresentanti legali degli obbligazionisi della Deiulemar compagnia di navigazione- il nostro obiettivo resta quello di recuperare i fondi distratti e inserire i conti correnti nel fallimento». Una strategia che, come chiarito dai legali, potrebbe innescare un vero e proprio domino, svelando ad inquirenti e risparmiatori il presunto sistema di distribuzione occulta dei fondi- in parte frutto degli investimenti dei risparmiatori- che secondo i legali sarebbero stati depositati non solo in Svizzera. «Al di là della questione relativa al recupero dei fondi- ribadiscono i legali del Comitato dei Creditori- la rielaborazione della richiesta di rogatorie internazionali, può aprire scenari molto interessanti dal punto di vista investigativo. Una volta che avremmo cognizione della reale mole dei conti correnti e dei meccanismi che hanno portato alla distrazione dei fondi, potrebbero essere svelate le dinamiche di deposito applicate per nascondere i soldi degli obbligazionisti, garantendo così alla Procura di mettere in campo tutte le iniziative utili anche al recupero degli altri conti correnti».

Nel mirino i fondi «segreti» svizzeri, ma anche quelli registrati in Lussemburgo e a Malta. Una maxi operazione che potrebbe partire già nei prossimi giorni con l’incontro e la redazione di una nuova richiesta di accesso ai conti correnti da parte della Procura di Roma. Nel mezzo ci sono poi sempre loro, gli obbligazionisti: le vittime del crac che ha messo in ginocchio una città intera. Nei prossimi giorni verranno rese note data, orario e itinerario della famosa manifestazione contro l’amministrazione straordinaria richiesta da Giovanna Iuliano per la Shipping. L’iniziativa- che prevede la realizzazione di un corteo lungo la città- prevista in un primo momento per sabato prossimo, potrebbe essere spostata a venerdì pomeriggio, come emerso dall’incontro tra i risparmiatori andato in scena, a Torre del Greco, venerdì pomeriggio.

Fonte: metropolisweb


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