Torre crolla ma Borriello attacca Ramondo: “Fu vicino alla camorra”. L’assessore: “Parla del nulla”

Borriello rilascia alla stampa le accuse contro Ramondo e Mugavero


Ciro Borriello lancia una bomba contro Antonio Ramondo, assessore ai rifiuti dell’amministrazione Mennella, proprio durante lo svolgimento del primo Consiglio Comunale della nuova assise cittadina.

Ciro Borriello, “bombe” sull’assessore ai rifiuti Ramondo e Mugavero

Le parole di Borriello arrivano a margine del Consiglio Comunale “tecnico” di lunedì 17 luglio. Una seduta confermata nonostante il drammatico crollo della palazzina di Corso Umberto I di domenica 16 luglio, proprio per dare formale avvio ai lavori della macchina amministrativa, con il giuramento del sindaco Luigi Mennella e l’elezione del Presidente del Consiglio Comunale, carica affidata all’avvocato Gaetano Frulio e di vicepresidente, Alessandra Tabernacolo.

Ciro Borriello, seduto tra i banchi dell’opposizione dopo il dietrofront dalle annunciate dimissioni, aveva chiesto al presidente neoeletto Frulio la possibilità di fare dichiarazioni in aula in merito alla composizione della Giunta Comunale: una possibilità che, come riferito dallo stesso Frulio, il regolamento non gli consentiva di avere. Al “no” del presidente, Borriello si è rivolto alla stampa per rilasciare pesanti dichiarazioni su due fondamentali pedine della nuova amministrazione: l’assessore con delega ai rifiuti Antonio Ramondo e l’assistente particolare del sindaco Giovanni Mugavero.

Dalle carte del processo di Borriello spunta il nome di Ramondo, ma risale al 2002

Borriello ha riferito di informazioni in suo possesso e riportate nelle carte processuali relative al procedimento che vede il chirurgo accusato di corruzione e truffa nell’ambito dell’inchiesta del 2017 sulla gestione rifiuti proprio a Torre del Greco. Secondo quanto riportato da Borriello, l’incartamento conterrebbe uno stralcio della relazione di due carabinieri risalente all’anno 2002, nel quale si riferisce che i militari avrebbero appreso da fonti confidenziali di presunti rapporti tra Antonio Ramondo e la criminalità locale per tramite di un dirigente comunale dell’epoca, al fine di favorire assunzioni ed appalti in materia di nettezza urbana.

Ciro Borriello, dopo avere letto il contenuto delle carte, ha aggiunto: “Da questa indagine risulta molto forte, molto pregnante, una correlazione tra l’attuale assessore alla NU e lo stesso nella veste di vice sindaco e sempre responsabile dei rifiuti negli anni della gestione Del Giudice, che era il tramite tra la Pubblica Amministrazione e la camorra locale”. Carte di cui VesuvioLive è parzialmente possesso, limitatamente alla parte che interessa l’assessore Ramondo e che Borriello ha citato.

Volevo fare la cortesia di riferire al sindaco quanto in mia conoscenza e capire se ritiene ancora opportuno affidare l’incarico all’assessore Ramondo“, sono le parole di Borriello. Né il sindaco, né l’assessore potevano però replicare in quella sede: in primis, perché non presenti all’improvvisata conferenza stampa di Borriello; ma anche perché usciti in anticipo dai lavori del Consiglio Comunale per prendere parte alle operazioni del C.O.C. che, proprio mentre Borriello lanciava la sua “bomba”, stavano decidendo la sorte di decine di famiglie rimaste senza casa in seguito al crollo di Corso Umberto I. Antonio Ramondo, infatti, ha tra le deleghe quella alla protezione civile, che lo vede quindi impegnato in prima linea in seguito ai tragici fatti di domenica.

Ramondo, all’epoca dei fatti era vicesindaco di Romeo Del Giudice: raggiunto al telefono, si è mostrato assolutamente tranquillo, circa i fatti di 21 anni fa esposti da Borriello, che per quanto in nostra conoscenza, non hanno portato ad alcuna accusa formale verso l’attuale assessore, tantomeno a sentenze. “Non ha alcun senso parlare del nulla“, sono state le parole di Ramondo, contattato da VesuvioLive.it sulla vicenda, che potrebbe aver già dato mandato ai propri avvocati di valutare una querela per diffamazione contro Borriello.

Borriello fa lo sgambetto anche all’assistente Mugavero

Parole al vetriolo anche verso Giovanni Mugavero, nominato da Mennella suo assistente particolare a titolo gratuito, sulla quale, sempre secondo le informazioni in possesso di Ciro Borriello, graverebbe una condanna per peculato e falso in atto pubblico: anche queste vicende risalirebbero ai tempi delle lire, anno 2001, e sarebbero avvenute nel contesto lavorativo di Mugavero in forza all’Arma dei Carabinieri. Una condanna che, stando alle parole di Borriello, non risulterebbe agli atti poiché Mugavero avrebbe presentato un casellario giudiziale “per uso privato” dal quale questa condanna sarebbe esclusa. Anche tale circostanza resta da verificare, per mancanza della documentazione fisica (che può essere richiesta solo dal diretto interessato o suoi delegati, pertanto Borriello non ha chiarito in che modo ne sia venuto a conoscenza). Ma anche perché lo stesso Mugavero, come Ramondo, ha minimizzato sul racconto dell’ex sindaco senza alimentare l’argomento.

“Dispetti” politici mentre la città crolla

Una mossa, quella di Borriello, che arriva a margine di un Consiglio Comunale particolarmente delicato: doveva essere il primo per la squadra di Mennella, ma si è limitato ad essere quasi un obbligo burocratico per il dramma che meno di 24 ore prima ha scioccato la città del corallo e lasciato senza tetto decine di famiglie.

Dichiarazioni importanti che andranno certamente approfondite e sulle quali siamo a disposizione di tutti i soggetti coinvolti per darne corretta nozione ai nostri lettori (ed elettori) ma che cozzano terribilmente con due concetti sovente espressi dalla compagine del centrodestra cittadino: il primo, la promessa di un’opposizione costruttiva che diversi consiglieri delle fila di Borriello avevano promesso, salvo poi tirare “colpi bassi” in piena emergenza crollo; ed il secondo, quello del mantra del garantismo che Borriello in primis, tuttora coinvolto in un processo a suo carico, ha sempre tenuto a far rispettare. Almeno fino a due giorni fa.


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