Dora Sorrentino di “Agrodolce.it” ha scritto un interessante articolo che elenca le 17 cose che un napoletano non tollera assolutamente a tavola. Si va dalla pasta scotta al pane girato, dalla pizza biscottata o surgelata alle pietanze preparate arronzando, dal sugo annacquato al mangiare troppo presto la domenica, il pane insipido o mancante, le feste comandate senza i piatti della tradizione, parlare male della tradizione stessa, il parmigiano sulla pasta ai frutto di mare, la carne molto al sangue (ci sono tuttavia coloro ai quale piace), scarso condimento, la domenica senza ‘e paste e il caffè quando è una zoza.
Diciassette, pensandoci, è proprio il numero giusto per indicare tutto ciò che per un partenopeo verace è un’eresia a tavola, però bisogna aggiungerne sicuramente delle altre. Come si può non citare il non mangiare a famiglia riunita, tutti insieme, almeno quando è festa? Ma anche le tovagliette al posto d’ ‘o mesale, il vino a tavola la domenica, ‘o spassatiempo e ‘e semmente a Natale e Capodanno con relative vigilie. Oltre a quello che ci deve essere, è rilevante anche ciò che NON ci deve essere, e allora il panettone, il pandoro e la colomba possono anche piacere, però, non ci stanno santi, a Natale e a Pasqua vanno messi da parte in favore dei dolci nostri e soprattutto della pastiera.
Il caffè, infine, merita un discorso a parte, perché non significa nulla “il caffè fatto bene” o “il caffè fatto male”, perché a Napoli come deve essere si sa e bene: stretto, corposo, caldo e bisogna prenderlo seduti, con tranquillità, senza fretta. Se lo devi bere in piedi o, peggio, con l’ansia che ci sta qualche altra cosa da fare, è meglio che lieve mano e t”o pigli n’ata vota.