Liliana, la donna che si suicidò per Totò, la sua ultima lettera: “Antonio, amore mio…”


Si chiama Liliana Castagnola ed è una delle donne che ha tanto amato Totò, a tal punto da togliersi la vita, schiacciata e affranta da quel suo amore trascurato.

Nacque a San Martino, vicino Genova l’11 Marzo del 1895 e girò l’Europa intera facendo la carriera da chanteuse. Venne espulsa dalla Francia perché costrinse due uomini a battersi a duello per il suo amore e giunse a Napoli per lavorare al Teatro Santa Lucia. Una sera di dicembre del 1929 si recò al Teatro Nuovo per vedere uno spettacolo di Totò, il quale, il giorno seguente le inviò un mazzo di fiori accompagnato da un biglietto.

Dopo numerosi inviti iniziò la loro relazione che fu da subito difficile. I due amanti condividevano la passione per il teatro ma erano rosi dalla gelosia, che ben presto li portò alla rottura, dalla quale Liliana non riuscì a riprendersi.

La povera donna, una sera del 1930, si abbandonò nella camera di una pensione alla tentazione di ingerire un intero tubetto di sonniferi. A trovare il corpo esanime fu proprio l’amato Totò che ne rimase sconvolto per tutta la vita, tanto da dare il nome di Liliana alla figlia che ebbe dalla moglie Diana Rogliani. Il peso della responsabilità lo accompagnò fino alla fine, tanto che decise di seppellirla nella cappella dei De Curtis a Napoli.

Accanto al corpo di Liliana trovò un fazzoletto intriso di rimmel e una lettera, lucida e disperata, l’ultima per il suo amato Totò:

Antonio, potrai dare a mia sorella Gina tutta la roba che lascio in questa pensione. Meglio che se la goda lei, anziché chi mai mi ha voluto bene. Perché non sei voluto venire a salutarmi per l’ultima volta? Scortese, omaccio! Mi hai fatto felice o infelice? Non so. In questo momento mi trema la mano… Ah, se mi fossi vicino! Mi salveresti, è vero? Antonio, amore mio, sono calma come non mai. Grazie del sorriso che hai saputo dare alla mia vita grigia e disgraziata. Non guarderò più nessuno. Te l’ho giurato e mantengo. Stasera, rientrando, un gattaccio nero mi è passato dinnanzi. E, ora, mentre scrivo, un altro gatto nero, giù per la strada, miagola in continuazione. Che stupida coincidenza, è vero?… Addio. Lilia tua

Il video è di Gustavo de Marco

Fonti

– antoniodecurtis. com
– enciclopediadelledonne.it
– antoniodecurtis.org


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