Dallo strummolo al tirapreta: gli antichi giochi dei napoletani


Napoli – Oggi i bambini, sin da neonati, sono abituati ad avere in mano uno smartphone o qualunque altro ordigno altrettanto tecnologico. Eppure, un tempo in cui internet, i videogiochi e le app da scaricare non esistevano, i piccoli riuscivano a divertirsi comunque, anzi, molto più di adesso. I giocattoli preferiti dai bambini napoletani non erano prodotti da multinazionali, ma creati in casa da nonni e genitori, non di plastica, ma di legno e materiali di risulta, non erano sicurissimi, certo, ma erano decisamente divertenti. Scopriamo i più amati e conosciuti.

Il Carruocciolo

Il nome deriva direttamente dal latino carroccium (piccolo carro) e non è difficile comprendere il suo utilizzo. Costruito con due assi di legno e qualche ruota sgangherata il carruocciolo era un vero e proprio slittino da usare in strada: un antenato del moderno skateboard. I bambini ci salivano sopra e si lasciavano trascinare con tanta incoscienza lungo le ripide discese di Napoli. La conseguenza? Scarpe consumate dalle frenate, ginocchia perennemente sbucciate e passanti indispettiti. Fortunatamente negli anni ’50, quando questo gioco era molto in voga, non circolavano ancora molte automobili.

Lo Strummolo

Ancora oggi quando diciamo ad una persona “si ‘nu strummolo” la stiamo definendo stupida o con la testa che tende a girare inutilmente. Lo strummolo, infatti, non era altro che una trottola artigianale: tirando “‘a funicella”, uno spago posto sull’estremità, l’oggetto iniziava a roteare rimanendo in equilibrio su una punta di metallo. Un gioco semplicissimo, ma che aggregava tantissimi bambini pronti a sfidarsi per capire chi riuscisse a far girare la trottola per più tempo. Qualche anno fa andavano molto di moda fra i ragazzini i beyblade, piccoli oggetti di plastica che ricordavano in tutto e per tutto gli antichi strummoli.

‘O Tirapreta

La classica fionda che, però, in napoletano assumeva il nome molto più rappresentativo di “tirapreta”. Non è difficile intuire per cosa venisse usata e non è difficile nemmeno immaginare vetri infranti, bernoccoli di poveri malcapitati presi di mira e le fughe disperate dei monelli scoperti a tirare pietre con precisione da cecchini.

Il pallone

Il pallone è sempre stato una costante per i piccoli napoletani. Che fosse un iconico Super Santos o un pallone sgonfio o, addirittura, una lattina nessuno ha mai resistito a tirare due calci. Basta passare di domenica mattina in qualunque piazza, piazzetta o parco per capire quanto questo sia un gioco classico che non verrà mai sostituito.


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