Villa d’Ayala Valva, uno scrigno di bellezza nel cuore del Salernitano
Feb 16, 2020 - Michele Di Matteo
Situata al centro del comune di Valva, nel Salernitano, villa d’Ayala Valva deve il suo nome all’omonima famiglia Valva e a Don Diego D’Ayala che nel 1760 unirà i due rami nobiliari tramite matrimonio. Nella villa è possibile vedere sulle sculture, sulle panchine e dipinto all’interno degli ambienti lo stemma con il simbolo delle due casate nobiliari. Nella prima metà del XII secolo, infatti, il borgo fu concesso a Gradalone di Valva e tra i più famosi personaggi del luogo vanno annoverati altri membri della medesima famiglia: Ottavio Valva, castellano dei Cavalieri Gerosolomitani di San Giovanni nell’isola di Rodi, e Giuseppe Maria Valva, sovrintendente delle strade e dei lavori pubblici.
Tra gli edifici di maggior rilievo del parco, completamente circondato da mura e che si estende per circa 18 ettari, vi sono senz’altro villa d’Ayala Valva e il castello.
IL PARCO
Il suo disegno attuale è riconducibile ad una realizzazione del XVIII secolo e di quest’epoca presenta alcune caratteristiche tipiche. Il Parco si configura come un bosco ceduo misto, con una prevalenza di lecci, castagni ed aceri, di grande estensione; e come bosco produttivo: esso è solcato da viali pressoché rettilinei, ma che disegnano una scacchiera irregolare.
Il parco è poi caratterizzato da alcuni episodi verdi, laddove più forte emerge la traccia dell’intervento umano: i due giardini all’italiana – quello in prossimità dell’ingresso e quello di pertinenza del Castello – ed il Teatrino di Verzura.
Tutto il parco, inoltre, risulta disseminato di arredi quali fontane, statue, piccole architetture; ma di estremo interesse è soprattutto il sistema di caverne e canali, probabilmente risalente ad epoca romana e con funzioni di incanalatura delle acque, che attraversa il parco nella sua estensione.
IL CASTELLO
Per quanto concerne il castello, invece, esso si estende per circa 600 metri quadrati; mentre è alto non più di 20 metri, per un totale di tre piani e un sottotetto. Il perimetro superiore del secondo piano e del sottotetto sono provvisti di merli e agli angoli sorgevano cinque torrette, crollate e demolite a seguito dei danni causati dal sisma del 1980. La Torre, denominata da alcune fonti Torre Normanna, rappresenta la preesistenza più antica del complesso.