Percy Bysshe Shelley e la sua Ode a Napoli: “Metropoli di un Paradiso rovinato”


Percy Bysshe Shelley (1792-1822), poeta animato da un esasperato soggettivismo, uno dei massimi rivendicatori della funzione profetica e oracolare della poesia, scrisse un componimento chiamato “Ode a Napoli” sulla scia del fervore rivoluzionario dei moti del 1820-21.

“Ode a Napoli”: l’elemento patriottico di Shelley

Durante il suo soggiorno, Percy Bysshe Shelley fu così colpito da Napoli che dedicò un’ode alla nostra bellissima città: “Ode a Napoli” (1820). Nel poema vi è un ammonimento alla città, affinché si liberi dalla tirannia ed è presente, inoltre, anche l’esaltazione dell’elemento paesaggistico e patriottico della città partenopea.

Napoli, secondo le parole di Shelley, riesce a calmare, come attraverso un incantesimo, l’aria ammutinata e il mare. È una chiara celebrazione della città partenopea, da cui lo stesso Shelley fu ammaliato. All’interno del suo componimento, descrive emotivamente la “Città Elisia”, come la Metropoli di un Paradiso rovinato.

Il poeta romantico inglese ha voluto dunque, omaggiare l’atmosfera suggestiva che trovò nelle strade di Napoli e nella sua storia, fatta di alti e bassi, invocando i cittadini a liberarsi dalla tirannia, per recuperare il paradiso perduto. In un passo molto significativo, scrive di Napoli:

 “tu che sei stata una volta, e poi hai smesso di essere, ora tu sei e sarai per sempre libera, se la speranza, la verità e la giustizia riusciranno a farsi valere. Salute a te, salute a te, salute a te!”

È un chiaro ammonimento a far sì che Napoli si possa liberare dalla tirannia, per recuperare la libertà tanto ambita dalla città partenopea. Suggestiva è anche la descrizione paesaggistica che egli ne fa, soffermandosi su elementi naturali, quali il cielo, le nuvole, i raggi solari.

Napoli, “Grande Spirito, l’amore più profondo”

Un passo significativo è anche l’invocazione del Grande Spirito:

 “Grande Spirito, l’amore più profondo! Che governa e muove tutte le cose che vivono e sono”.

In fondo, è proprio l’amore lo spirito più profondo che muove una città come Napoli. È difficile non essere ammaliati dalle sue bellezze, dai suoi profumi, dal senso di pace e tranquillità che ci pervade quando ci fermiamo ad osservare il mare. Ci sentiamo cullare dallo spirito di Napoli, da quell’amore che è racchiuso nel profumo del mare, nei suoi colori, nei dolci raggi solari che ci accarezzano il viso. Napoli è vita. Napoli è amore.

Ode a Napoli

I.

Mi sono fermato all’interno della città dissotterrata,

e sentivo le foglie autunnali come passi leggeri

di spiriti che passano per le strade, e udivo

la voce sonnolenta della montagna a intervalli

fremere attraverso quelle sale senza tetto:

il tuono oracolare penetrante scosse

l’anima in ascolto nel mio sangue sospeso;

sentivo che la Terra dal suo profondo cuore parlava,

sentivo, ma non sentivo. Attraverso colonne bianche brillava

l’inondazione dell’oceano che sosteneva l’isola,

un piano di luce tra due cieli d’azzurro;

intorno a me brillavano molti sepolcri luminosi

della cui pura bellezza il tempo, come se il suo piacere

fosse di risparmiare la morte, non aveva mai cancellato;

ma ogni lineamento vivente era chiaro

come nel pensiero dello scultore; e là

le corone di mirto pietroso, edera e pino,

come foglie invernali coperte da neve modellata,

sembravano solo non muoversi e crescere

perché il silenzio cristallino dell’aria

pesava sulla loro vita, come il potere divino,

che allora cullava tutte le cose, covava sulla mia.

II

Poi si levò un vento leggero,

mescolato a un selvaggio suono eolico e un odore di montagna;

e dove l’oceano Baiano

si muove con movimenti simili all’aria,

dentro, sopra, intorno alle sue pergole di verde stellato,

muovendo i fiori di mare in quelle grotte di porpora,

così come l’atmosfera senza riposo

fluttua sul regno dell’Eliseo,

mi ha portato, come un angelo, sopra le onde

della luce del sole, il cui rapido pinnacolo di aria rugiadosa

nessuna tempesta può travolgere.

Ho navigato dove mai scorre

sotto la calma serena

uno spirito di profonda emozione,

dalle tombe sconosciute

dei morti re della melodia.

Ombra scura dell’Aorno al timone

l’etere orizzontale; cielo messo a nudo

le sue profondità sull’Eliseo, dove la prua

rese l’acqua invisibile bianca come neve;

Da quel monte Tifeo, Inarimé,

scorreva un vapore soleggiato, come lo stendardo

di un’eterea armata;

mentre da tutta la costa

sempre più forte, riunendosi, vagavano

sopra i boschi oracolari e il mare divino

profezie che crescevano chiaramente.

Mi posseggono – le devo proferire – loro saranno il fato!

III

Napoli! Tu cuore di uomini che sempre ansima

nudo, sotto l’occhio senza palpebre del Cielo!

Città Elisia, che calmi con incantesimi

l’aria ammutinata e il mare! Essi attorno a te sono attratti,

come sonno attorno all’amore!

Metropoli di un Paradiso in rovine

da tempo perduto, di recente vinto, ma pure ancora solo a metà riconquistato.

Altare luminoso del sacrificio sanguinoso,

Quale vittoria armata offre all’amore senza macchia, il fiore incatenato!

Tu che sei stata una volta, e poi hai smesso di essere,

ora tu sei e sarai per sempre libera,

se la speranza, la verità e la giustizia riusciranno a farsi valere.

Salute a te, salute a te, salute a te!

IV

Grande Spirito, amore profondo!

Che governa e muove

tutte le cose che vivono e sono, all’interno della sponda italiana;

chi sparge il cielo attorno ad essa,

i cui boschi, rocce, onde, la circondano;

chi siede nella tua stella, sopra la superfice occidentale dell’Oceano;

spirito di bellezza! Al cui dolce comando

i raggi del sole e le piogge improvvise separano la sua abbondanza

dal gelo del seno della terra;

o,  fai che ognuno di questi raggia sia un marchio accecante

di fulmini! Fai che quelle piogge siano rugiada di veleno!

Fai in modo che l’abbondanza della Terra uccida!

Fai che il tuo luminoso Cielo,

mentre la luce e l’oscurità lo legano,

sia la tomba di chi ha voluto

farne la nostra e la tua!

Oppure, con i tuoi ardori che creano armonia riempi e fa sollevare i tuoi figli, come sopra l’orizzonte prono

la tua lampada alimenta ogni onda crepuscolare con il fuoco!

Sia forte la speranza dell’uomo e vivo il desiderio

lo strumento per dar vita alla tua volontà divina!

Poi nuvole da raggi di sole, antilopi da leopardi,

ed i tuoi pensieri e le tue paure da te,

non fuggirebbero più rapidamente,

di lupi celtici dai pastori ausoni.

Qualsiasi Spirito, dal tuo santuario stellato

tu generi o tieni per te, o, lascia

questa città del tuo culto, per sempre libera!


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI