Apre al MANN la Sezione Tecnologica Romana: cento reperti e ricostruzioni di macchinari antichi


Nell’autunno del 2022 aprirà la Sezione Tecnologica Romana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Sezione Tecnologica Romana, aprirà nell’autunno 2022

Sarà ospitata nel cosiddetto Braccio Nuovo della struttura museale: qui, negli ambienti vicini agli Uffici dei Servizi Educativi, sarà allestito un percorso che, attraverso circa cento reperti e ricostruzioni moderne dei macchinari antichi, svelerà al visitatore come strategia e progettazione abbiano permesso ai cittadini dell’area vesuviana di fronteggiare sfide soltanto apparentemente impossibili.

Distintivo il taglio didattico della Sezione, che presenterà approfondimenti destinati non solo ad esperti, ma anche a giovani e scuole. Il progetto scientifico della sezione è curato da Giovanni Di Pasquale (Museo Galileo) e Laura Forte (Funzionario Archeologo del MANN). L’allestimento è firmato da Andrea Mandara, il design grafico è di Francesca Pavese. Gli apparati multimediali saranno prodotti dal Museo Galileo, che ha inoltre elaborato i progetti in base ai quali verranno realizzati da Opera Laboratori i modelli ricostruttivi. Prevista una convenzione tra Università Suor Orsola Benincasa e MANN per approfondire i temi di conservazione e restauro dei manufatti.

Amedeo Maiuri, 90 anni fa la prima sezione

L’archeologo Amedeo Maiuri, negli anni ’30 del Novecento, allestì al Museo Archeologico Nazionale di Napoli una ‘Sezione di tecnologia e meccanica antica’ dedicata alle scienze e alle discipline applicate (idraulica, agricoltura, astronomia) che poi fu dismessa.

Dopo oltre 90 anni il progetto è stato presentato dal direttore Paolo Giulierini insieme alla partnership con il Museo Galilei – Istituto di Storia della Scienza di Firenze diretto da Roberto Ferrari.

Il legame tra Napoli e Galilei venne fuori già nella mostra di Storia della scienza tenutasi a Firenze nel 1929, dove la Campania fu rappresentata proprio dai materiali e dalle macchine del MANN. Nel suo immenso patrimonio conserva macine, strumenti utilizzati per coltivare e misurare la terra. Nota è la groma dalla bottega di Verus, rastrelli, zappe, compassi e fili a piombo. Per l’idraulica, le grandi valvole rivenute a Pompei, le fistule in piombo e le chiavi.


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