Torre Annunziata. I reperti di Oplontis mai mostrati


Un evento unico, senza precedenti a Torre Annunziata. Nelle sale di palazzo Criscuolo, sede del Comune, verranno esposti oltre quaranta pezzi di grande valore, molti mai esposti, altri un’unica volta quarant’anni fa.

Un’iniziativa promossa dalla Soprintendenza, ma voluta con forza dal sindaco Giosuè Starita e dall’assessore alla Cultura Antonio Irlando, per combattere i pregiudizi sulla città torrese, conosciuta nel mondo negli ultimi decenni soprattutto per episodi di camorra. La mostra sarà solo la partenza di un museo permanente che permetterà di mostrare al pubblico gran parte dei reperti trovati ad OplontisIl museo dovrebbe essere allestito nell’ex “Real fabbrica d’armi”, storico edificio borbonico vuoto ed occupato solo dagli eredi dei custodi.

In mostra ci saranno reperti eccezionali: la statua dell’Efebo o le “centaure”, opere rinvenute nel 1975 nella villa di Poppea; il “puttino con l’oca” e “la venere”; i famosi ori di Oplontis, collane, orecchini, bracciali e anelli trovati sugli scheletri rinvenuti sotto la lava nel 1985 e poi alcuni affreschi.

La mostra, inoltre, sarà dedicata a Khaled Al Assaad, archeologo e custode appassionato dei tesori di Palmira, decapitato e appeso ad una colonna dai militanti dell’Isis. Un evento importante e simbolico per la città perché potrebbe trasformarla in un centro turistico, cancellando il suo oscuro passato caratterizzato dal cosiddetto “quadrilatero delle carceri” e dal clan Gionta. Una criminalità organizzata combattuta soprattutto da Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra.

Proprio nel 2015 Oplontis è stata classificata al quinto posto dal Telegraph per quanto i riguarda i siti da visitare nel mondo e come primo sito italiano.


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