Oplontis: la Villa di Lucius Crassius Tertius e le acque antiche


Nei pressi della Villa di Lucius Crassius Tertius , furono ritrovate un tratto di strada e diverse piccole costruzioni, tra cui i resti di un centro termale.

E’ interessante notare come il nome Oplontis derivi forse dalla locuzione latina ob fontis, a indicare la plausibile adiacenza ad una fonte sorgiva; il toponimo è attestato unicamente nella Tabula Peutingeriana, un’antica mappa riguardante le strade esistenti in Italia all’epoca dell’Impero Romano. In questa carta il luogo Oplontis indica alcune strutture poste tra Pompei ed Ercolano, con tutta probabilità delle terme.

Ancora oggi, sopra le antiche fonti, presso l’Oncino, sorgono le attuali Terme Vesuviane Nunziante. Dieci anni dopo il rinvenimento totale della Villa di Poppea, nel 1974, a 250 metri dalla Villa “A”, fu scoperto un nuovo edificio su due piani con un peristilio centrale: si trattava di una Villa rustica, cioè contadina, chiamata di Lucius Crassius Tertius o Villa “B”.

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Il complesso risalente probabilmente a epoca sannitica (III-II secolo a.C.), è ancora in corso di scavo e si suppone fosse appartenuto a Lucio Crasso Terzio.

A differenza della villa di Poppea, si presume che la struttura costituisse in realtà un’azienda “agricola” e non una residenza d’otium. Al suo interno, nel corso degli scavi, sono stati rinvenuti diversi scheletri umani, sintomo dell’attività all’interno della Villa nel momento della fatidica eruzione, nonché un forziere colmo di monete e gioielli di notevole fattura noti come gli “Ori di Oplonti“.

La villa si sviluppa intorno ad un peristilio costituito da un porticato con due ordini di colonne doriche in tufo grigio: intorno al peristilio si aprono delle stanza adibite a magazzini, dove al loro interno sono state ritrovate suppellettili, peli, ceramica, paglia carbonizzata ed una grande quantità di melograni utilizzati per la concia delle pelli.
Il piano superiore della villa invece era invece la zona residenziale della domus: gli ambienti sono decorati sia in IV stile pompeiano sia in II stile con la tecnica schematizzata, risalente all’età repubblicana.


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