La vera storia di Bella Ciao: come è diventata il canto di Libertà e Resistenza


Bella ciao è considerato il canto per eccellenza dei partigiani, ovvero coloro che lottarono per liberare l’Italia dai nazifascisti soprattutto dopo l’armistizio firmato l’8 settembre 1943. La versione italiana è diventata famosa in tutto il mondo grazie alla serie La casa de Papel, dove viene cantata dai protagonisti che inneggiavano alla libertà.

Il ritornello di Bella ciao, in realtà, fu inciso già nel 1919 a New York in un 78 giri con il titolo “Klezmer-Yiddish swing music”. Fu un fisarmonicista zingaro, Mishka Tsiganoff, che lo portò negli Stati Uniti: costui era originario di Odessa, città dell’attuale ucraina che fu praticamente fondata da napoletani, e dove fu scritta la canzone ‘O Sole mio.

Bella ciao, una “tradizione inventata”: diventò famosa negli anni ’60

La canzone divenne il simbolo della Resistenza soltanto venti anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale: è proprio l’Anpi, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, a parlare di “invenzione di una tradizione”, una definizione data dallo storico Cesare Bermani che è stato uno dei primi a praticare il metodo storiografico della storia orale. La cantante Giovanna Daffini, invece, nel 1962 cantò una versione che non parlava di invasori ma di lavoro come mondine, dicendo di averla imparata nelle risaie piemontesi.

La celebrità di Bella ciao, in Italia, arrivò nel 1964: il Nuovo Canzoniere presentò a Spoleto uno spettacolo dal titolo proprio “Bella ciao”, aperto dalla versione mondina della canzone e chiuso da quella partigiana. Un anno dopo, però, l'”incidente”: Bermani scrive che “nel maggio 1965 in una lettera a l’Unità Vasco Scansani racconta che le parole di Bella Ciao delle mondine le ha scritte lui, non prima della guerra ma nel 1951 in una gara di cori fra mondariso e che la Daffini gli ha chiesto le parole”.

La versione partigiana è dunque sicuramente anteriore a quella mondina, che ne ha semplicemente tratto ispirazione. Non è quindi certo quando sia davvero nata Bella ciao, ma secondo gli studiosi è stata comunque scritta prima della guerra. Sul sito di Anpi si legge: “Tracce di “Bella Ciao” si trovano anche prima della guerra e che negli anni immediatamente successivi alla Liberazione un gruppo di giovani Italiani, delegati ad un congresso giovanile internazionale improvvisarono questo canto. Fino a quando ci sarà ricordo dei “ribelli per amore” si alzeranno le note di “Bella Ciao”, diventato un inno quando già da anni i partigiani avevano consegnato le armi. Da allora “Bella Ciao” è diventato il canto simbolo della Resistenza”.

Un canto dunque certamente di libertà e resistenza, suppure non per tutti i partigiani nei momenti della guerra. Nonostante la canzone sia diventata popolare due decenni dopo la fine del conflitto, oggi ricorda quel momento così complicato e critico per tutta l’umanità, sottolineando come la libertà non sia un bene scontato ma per cui si deve combattere giorno dopo giorno, anche se il prezzo deve essere la vita.

Fonti:
– Bella Ciao, pubblicato il 25 Dicembre 2012 sul sito ufficiale di Anpi. Consultato il 22 aprile 2022


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