Nasce il “Museo della storia sanitaria”: Palazzo Reale ospita le opere degli Incurabili
Mag 30, 2019 - Marco Ciotola
NAPOLI – Una destinazione temporanea per le opere della Farmacia degli Incurabili. ll Palazzo Reale di Napoli ospiterà i preziosi manufatti della storica Farmacia partenopea fino a quando il complesso non sarà messo in sicurezza in seguito al crollo dello scorso marzo. La decisione è stata approvata oggi a Roma, dopo circa un mese di incontri tra il commissario straordinario dell’ASL Napoli 1 Centro e il direttore generale dell’Archeologia delle Arti e Paesaggio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Le opere della Farmacia degli Incurabili saranno esposte nei locali al piano terra di Palazzo Reale, dando vita a un piccolo “Museo della storia sanitaria di Napoli”, destinato col tempo ad ospitare una mostra permanente sulla storia della città di Napoli. Soddisfazione per il Commissario Straordinario Ciro Verdoliva: «Diamo così a queste opere una casa, ancorché temporanea, di grandissimo prestigio. Sarà l’ASL, in accordo con la direzione generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la direzione del Museo di Palazzo Reale, a realizzare il progetto di allestimento di tutti i beni della Farmacia, un lavoro di squadra che ci permetterà di valorizzare le opere sino a quando torneranno a “casa”».
Non solo il Palazzo Reale, anche la Basilica di San Gennaro fuori le mura alla Sanità ospiterà le opere della Farmacia degli Incurabili a mano a mano che si procederà al loro restauro, in particolare i manufatti della Chiesa Santa Maria del Popolo degli Incurabili.
I restauri delle opere saranno affidati alla direzione generale Educazione e Ricerca del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. «Il nostro obiettivo – conclude Verdoliva – è fare in modo che tutti i manufatti e le opere d’arte possano al più presto tornare nella loro sede d’origine a valle dell’intervento di restauro per il quale la Regione Campania ha stanziato il 23 aprile scorso 100 milioni di euro».
Per quanto riguarda la sensibilizzazione attorno alla messa in sicurezza dell’Ospedale degli Incurabili, ricordiamo l’hashtag #CuriamoGliIncurabili lanciato lo scorso aprile dallo scrittore napoletano Angelo Forgione per coinvolgere la cittadinanza sul recupero dello storico complesso. L’hashtag è stato accompagnato da un video che ha visto la partecipazione del Direttore del Museo Arti Sanitarie – Ospedale degli Incurabili Gennaro Rispoli, dell’attore Patrizio Rispo, dello scrittore Pino Aprile e del presidente del Movimento Neoborbonico Gennaro De Crescenzo.
A proposito del recupero dell’Ospedale, Forgione ha dichiarato: «Il complesso degli Incurabili crolla per cedimento strutturale causato da abusivismo sottostante (un garage), e ha bisogno di cure. Oltre alle testimonianze artistiche nella chiesa di Santa Maria del Popolo, vanno messi al sicuro i preziosi manufatti conservati nell’antica spezieria, la settecentesca farmacia. Nella scaffalatura in noce, 427 vasi in maiolica con le stesse cromie del pavimento, tutto realizzato dai fratelli Giuseppe e Donato Massa, i più grandi “maestri riggiolari” napoletani, gli artefici del bellissimo Chiostro delle Clarisse di Santa Chiara, chiamati a ripetersi per la spezieria, che doveva essere bella, bellissima, per rappresentare il prestigio di un antico ospedale di eccellenza nell’Europa del Settecento. Nessuna ricostruzione o assemblaggio museale. Si tratta di un luogo rimasto identico a come è nato, sopravvissuto integro, così come fu pensato. Bisogna dunque salvare una delle più importanti testimonianze del tardo-barocco di Napoli (insieme alla Cappella San Severo), e preservarne la continuità storica nella Napoli del futuro. I napoletani restino vigili!».
Forte il messaggio di speranza del direttore dell’Ospedale degli Incurabili Gennaro Rispoli: «Sentiamo che l’Ospedale è ferito, però non bisogna perdere la speranza perché al di là della sofferenza delle persone allontanate o dei colleghi che sono stati trasferiti presso altri ospedali insieme agli ammalati, bisogna che qualcuno resti qui nell’Ospedale degli Incurabili a mantenere la fiaccola, perché ci sia la speranza e si lanci un grido di dolore».