Scuola. Italia spaccata in due: studenti del Sud meno preparati di quelli del Nord


L’Italia sembra più che mai spaccarsi in due, sotto il segno delle Prove Invalsi. Per chi non lo sapesse, facciamo riferimento alle prove anonime che vengono affrontate dagli studenti di tutta Italia, frequentanti gli ultimi anni delle scuole elementari, medie e superiori.

Il quadro che fuoriesce dalle Invalsi 2019 è a dir poco allarmante per le regioni meridionali. Gli studenti campani, calabresi o molisani sembrano avere molte più lacune ed insufficienze rispetto ai loro coetanei del Nord e del Centro. Per lo meno in base ad un dato statistico generale e nelle materie affrontate dal suddetto test, cioè italiano, matematica ed inglese. Andiamo però per gradi.

Partiamo dall’Italiano. Su scala nazionale, uno studente su tre è arrivato alla maturità con l’insufficienza in italiano. Questo è un dato non molto rincuorante per la nostra istituzione scolastica. Come si può infatti concludere un ciclo di studi lungo 13 anni (minimo), senza conoscere le basi della propria lingua? I soliti misteri italiani. Come accennato in precedenza, il dato Invalsi è ancor più grave al Sud, dove aumenta a dismisura la sproporzione tra chi non possiede le competenze necessarie e chi invece sì.  Com’era intuibile, la sproporzione è tutta in favore dei primi a scapito degli ultimi.

doposcuolaIl luogo comune per cui noi italiani non conosciamo l’inglese sembra invece avere una base solida di verità. Anche in questa materia, il test Invalsi ha mostrato dei risultati che non ci si sarebbe aspettati. Il Miur (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) prevede che al termine delle scuole superiori, lo studente consegua un livello di conoscenza della lingua inglese pari ad un livello B2. Le Invalsi purtroppo riportano tutt’altro. Per quanto riguarda la comprensione orale solo uno studente su tre riesce a raggiungere il livello richiesto. Mentre per la lettura, solo metà dei ragazzi italiani mostra una capacità pari al livello B2.

Il vero e proprio incubo degli studenti è però la matematica. Le Invalsi parlano chiaro: qui è ancor più netto il divario tra le due zone della Penisola. In molte regioni del Sud (Campania, Calabria, Sicilia), il 60 per cento dei ragazzi non ha raggiunto le competenze minime richieste dai programmi. Ciò contrariamente a regioni come la Lombardia, il Veneto o il Friuli Venezia Giulia, dove solo uno studente su quattro non si è dimostrato all’altezza della prova.

Ma quali le cause di queste figuracce e del gap geografico? Secondo il direttore dell’Invalsi, Roberto Ricci (intervistato da Il Corriere della sera): “le cause sono varie molto dipende dal contesto e dalla situazione socioeconomica familiare. In alcune aree l’impreparazione è tale che è come se un terzo degli studenti non avesse frequentato la scuola: alla fine delle superiori ha conoscenze e competenze della terza media”. 

Insomma, il dato è seriamente preoccupante. Ricordiamo che non è una gara col Nord o una protesta contro i risultati delle Prove Invalsi. Queste sono chiacchiere che cozzano col tema dell’istruzione e che servono a poco. Bisogna rimboccarsi le maniche e abbandonare i toni vittimistici e moralisti, una volta e per tutte. Ne va della dignità di Regioni, città e Comuni che hanno fatto la storia culturale d’Italia. Il lavoro non è poco, ma la vetta non è impossibile da raggiungere.


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