Villa Jovis: il gioiello di Capri che diventò la capitale del mondo
Nov 30, 2014 - Elisabetta Cardone
Così bella, così magica, così pregna di storia e di fascino. Oggi proponiamo ai nostri lettori di VesuvioLive, appassionati di archeologia e cultura, Villa Jovis (Villa di Giove dal latino – ndr) situata sulla vetta del monte Tiberio, imperatore molto legato all’isola di Capri (così chiamata dal greco kàpros, ossia cinghiale, nota come “l’isola dei cinghiali” – ndr), nel lato orientale del golfo di Napoli, esattamente di fronte alla Penisola sorrentina.
In realtà, sopratutto durante il XIX secolo, Capri divenne una delle mete più ambite dai giovani viaggiatori del Grand Tour e dagli artisti europei che andavano alla ricerca di un luogo ideale per dedicarsi alla pittura, alla poesia e all’ozio creativo; in questo modo l’isola di Capri è stata popolata negli anni da personaggi importanti, di fama mondiale, di cui abbiamo significative testimonianze grazie all’antico Hotel Pagano, aperto in quegli anni, primo albergo dell’isola, che registrava su grandi libri, i nomi dei personaggi che ivi lasciavano una traccia, scrivendo un pensiero o una dedica a Capri. Scrittori come Norman Douglas, Thomas Mann, o archeologi come Amedeo Maiuri, poeti come Pablo Neruda e tanti altri ancora sono passati lungo la passeggiata di Pizzolungo, hanno ammirato gli splendidi Faraglioni o hanno cercato dimora nei pressi di Anacapri o Cetrella, dove è possibile godere di uno splendido panorama. Personaggio indiscusso però legato alla storia e alla fama di Villa Jovis, è l’imperatore Tiberio Giulio Cesare Augusto che guidò l’Impero Romano per circa undici anni.
Nota per essere stata pertanto la dimora dell’imperatore Tiberio, Villa Jovis, costruita intorno al I sec. d.C., fu anche tra il 26 e il 37 d.C. conosciuta come il palazzo del governo di Roma. Scoperta solo qualche secolo fa dagli archeologi Norbert Hadrawa e dallo stesso Maiuri, Villa Jovis ha suscitato un grandissimo interesse tra gli studiosi di tutto il mondo, sopratutto per il suo ruolo svolto durante la permanenza degli antichi romani a Capri; oggi Villa Jovis è uno dei siti archeologici dall’importanza davvero unica in quanto la sua bellezza e la sua storia hanno un fascino invidiabile. In una posizione del tutto strategica, a circa 334 metri sul livello del mare, da Villa Jovis è possibile anche ammirare l’isola di Procida, l’isola d’Ischia ma anche il golfo di Salerno sino alle terre del Cilento.
Gravita intorno a Villa Jovis la personalità di Tiberio su cui ancora oggi si fanno parecchie speculazioni: alcuni cronisti dell’epoca descrivono l’imperatore come un vero e proprio despota dalla personalità crudele e senza scrupoli in quanto faceva dei vizi di corte e dell’otium delle brutalità eccessive, come quella famosa del Salto di Tiberio che consisteva nel far lanciare nel vuoto i suoi schiavi. Altre fonti invece descrivono Tiberio come una persona distaccata, introversa e di poche parole; difficilmente riceveva ospiti o organizzava serate di gala, così da trascorrere intere giornate immerso nella più profonda solitudine, abbandonandosi in lunghe passeggiate lungo il belvedere della sua villa di Capri. Secondo Svetonio l’imperatore soffriva di tubercolosi e proprio per tale motivo lasciò Roma rifugiandosi nella bella isola delle Sirene, dedicandosi a una vita contemplativa. Tra le molteplici ipotesi del suo stato di salute, si attribuisce la colpa alla gioventù di Tiberio, epoca in cui condusse spedizioni in Africa, dove molto probabilmente venne contagiato, con problemi anche alla vista.
Proprio perché durante i suoi soggiorni molte cariche dello Stato vennero trasferite sull’isola, fu necessario procedere all’ampliamento di Villa Jovis, ma tutte le varie modifiche furono insufficienti: altri palazzi furono edificati tutt’intorno alla villa come il Palazzo a Mare, noto sotto il nome Bagni di Tiberio. Gli architetti trovarono una grossa difficoltà da superare: l’approvvigionamento idrico che scarseggiava ad arrivare fino ai livelli superiori della villa; ben piantate nelle fondamenta della villa, vennero costruite due cisterne (sfruttate anche come terme – ndr) di enorme portata concepite per la raccolta dell’acqua piovana. A Capri Tiberio possedeva ben 12 ville, ma solo Villa Jovis, estesa su di un’area di circa 7mila metri, rispetta architettonicamente i canoni romani ricordando nel contempo le caratteristiche di una piccola fortezza inoppugnabile. Sul versante Ovest vi era il quartiere servile, a Est la sala del trono e a Nord l’alloggio dell’imperatore e l’antico faro utilizzato per le osservazioni astronomiche.
Sotto il dominio di Carlo di Borbone Villa Jovis subì degli stravolgimenti, come gli scavi che deturparono i magnifici pavimenti in marmo. Numerosi reperti vennero portati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e talune paste vitree di colore rosso e azzurro vennero riutilizzate per la collana di San Costanzo, patrono dell’isola. Soltanto nel 1932 fu attuato un intervento di recupero dal Maiuri, allora Direttore del MANN, che permise di liberare il sito archeologico da molte macerie che nel corso degli anni si erano nuovamente accumulate sulle rovine della villa.
Oggi è possibile visitare questo paradiso terreste dalle ore 9.00 alle 13.00 pagando un biglietto di soli 2 euro.