Festival, ecco 7 nomi che hanno “davvero” vinto Sanremo 2025 e le motivazioni

Olly, il vincitore di Sanremo 2025 pochi secondi dopo la proclamazione


Festival di Sanremo 2025, chi sono i “veri” vincitori: abbiamo scelto sette protagonisti della 75esima edizione della kermesse che, in un modo o nell’altro, possono reputarsi campioni.

Sanremo 2025: chi sono i “veri” vincitori

Senza cimentarci in “pagelle” o analisi musicologiche ma prendendo Sanremo per quello che è, o quantomeno per quello che è diventato ad oggi, anno 2025: un fenomeno di costume nazionale, un catalizzatore di attenzioni capace di rigenerarsi dalla vecchia scatola televisiva ai social media.

Poi c’è anche la musica, certamente, a far da corredo ad un evento che tiene ancora attaccati allo schermo milioni di italiani, c’è quella “moda” di decretare una classifica, con vincitori e “vinti” e – come nella risaputa tradizione italica – trasformare tutti in critici musicali per 5 giorni. Un pò come avviene con le partite della nazionale di calcio, quando spuntano quasi dal nulla 56 milioni di commissari tecnici.

I sette nomi che hanno “vinto” Sanremo

In questo marasma sarebbe ingiusto offrire lo scettro della vittoria ad un singolo individuo: ma è questo il destino di ogni gara, quello che ciascuno nell’intimo tenta di superare e che vogliamo riassumere dando di seguito sette nomi che meriterebbero quantomeno una menzione tra i vincitori.

Olly, la classifica non mente

Se è arrivato al primo posto un motivo c’è: Olly “era” un outsider. Da anni gira un “meme” ironico ma abbastanza estremo sui social, secondo il quale i cantanti di Sanremo si dividerebbero in due categorie: “Ma questo chi è? / Ma questo è vivo ancora ?”.

Olly si inquadrava certamente, per lo spettatore medio, nella prima categoria. Ma il cantautore genovese si è imposto con un brano in “perfetto sanremese”: una pop ballad su una storia d’amore finita. Ricetta perfetta per vincere.

Lucio Corsi: la delicatezza in un mondo di duri

“Voleva essere un duro” canta Lucio Corsi, ed invece è stato il “volto buono” di Sanremo 2025, capace di intenerire e far capire a tanti che vincere non è l’unica cosa che conta. Appare sincera la sua gioia sul palco dell’Ariston mentre abbraccia il commosso Olly.

Duetta con Topo Gigio mentre gli altri “scomodano” i big della musica italiana, si esibisce con un vestito cucito da lui in un mondo di Gucci e Prada. Arriva secondo solo per colpa della matematica, ad un soffio dal primo posto.

Giorgia, l’eterna vincitrice

Data per favorita sia alla vigilia, sia dopo le classifiche provvisorie delle prime due serate, la canzone di Giorgia piace a tanti. Fino alla prima fase della finale è stata al primo posto delle classifiche di sala stampa e radio. Una voce “sincera” e mozzafiato della musica italiana, sulla cresta dell’onda da 30 anni ma per Giorgia sembrano essere passati pochi minuti da quel primo posto a Sanremo, nel 1995.

Le lacrime sul palco di chi si emoziona ancora a fare ciò che ama, cioè cantare. Per lei il “contentino” del premio TIM passa in secondo piano rispetto alla consapevolezza, al di là degli arzigogolati regolamenti sanremesi, di essere una presenza fissa nella storia della canzone italiana.

Fedez, l’araba fenice

Alla vigilia era stato il bersaglio del gossip e tutti lo davano per “spacciato” dopo gli scandali ed il chiacchiericcio che hanno travolto lui e l’ormai ex moglie Chiara Ferragni. Sul palco invece che Fedez è salito, invece, Federico Lucia: quel ragazzo dietro l’artista che ha affrontato la depressione ed enormi trasformazioni, dai centri sociali al terrazzo di City Life.

Nella polvere e sull’altare. Ci si aspettava la “rissa” dietro le quinte con Achille Lauro. Invece per Fedez, a Sanremo comincia una nuova vita: una canzone “alla Fedez” una ritrovata identità dopo il ruolo posticcio di maritino perfetto dell’influencer. Ai posteri l’ardua sentenza di decretare se Federico saprà godere della seconda possibilità che la vita gli sta dando: evitando, si spera, qualsiasi maldestro tentativo di rifarsi una “verginità musicale” e sociale ormai perduta.

Marco Masini: dove sono i tuoi detrattori, adesso?

Presente sul palco per pochi minuti, giusto il tempo di duettare con Fedez nella serata delle cover: ci si interrogava sul come Marco Masini avrebbe coniugato i versi di “Bella stronza”. “Mi verrebbe di strapparti / Quei vestiti da p*** / E tenerti a gambe aperte / Finché viene domattina” non è esattamente ciò che il Sanremo del politically correct si aspetta.

Invece, il duetto con il rapper fa nascere un mezzo capolavoro. Chissà dove sono, oggi, coloro che lo accusavano di trasmettere vibes negative. La sua voce mette in riga, a 60 anni, tanti (se non tutti) i cantanti con l’autotune in tasca.

Gabry Ponte prenota un posto tra i tormentoni

Quando nel 2003 andò a Sanremo con gli Eiffel 65 che cantavano “Quelli che non hanno età” si trattò di quelle “sperimentazioni” assurde per laccare e brillantinare un Festival troppo imborghesito. Ma Gabry Ponte stava già suonando la colonna sonora di un’intera generazione di piccoli millenials che oggi gli riconoscono il ruolo di “simbolo”.

Oggi invece è sua la canzone certamente più trasmessa a Sanremo: la sigla, il jingle capace di entrare nella testa degli italiani e che prenota, già a febbraio, un posto tra i tormentoni estivi. Il DJ si esibirà a San Siro a giugno: non esattamente un club di periferia. “Tutta l’Italia”, ormai, ha imparato a saltare con Gabry Ponte.

Carlo Conti in conferenza stampa a Sanremo

Carlo Conti, il “sarto” dei tempi

Protagonista dei memi per la sua ossessione sui tempi da rispettare, il presentatore e direttore artistico sbarca a Sanremo dopo i successi delle edizioni di Amadeus ed è un pò come entrare in campo a sostituire Maradona. Tutti gli occhi sono addosso a lui. Ci vuole coraggio, così come ci vuole coraggio a dire “no” ai lunghi monologhi, a costruire un Festival che è sembrato avere un budget più basso del solito (i Duran Duran, oggi, non sono i Coldplay, per dirne una).

Ci vuole coraggio anche a “depoliticizzare”, per quanto possibile, il Festival. A rimettere al centro le canzoni, a portare sul palco i bambini prodigio. Poteva andare malissimo, invece anche il prossimo anno in riviera ligure ci sarà l’impronta abbronzata di Carlo Conti. Altro che traghettatore.

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