Ululati razzisti, Lazio recidiva: Roma capitale del razzismo

Radar sonoro negli stadi italiani per individuare chi canta cori razzisti


L’episodio avvenuto durante Lazio-Calcio Napoli di ieri sera, continua a far discutereCi riferiamo, ovviamente, agli ululati e ai cori razzisti che hanno preso di mira Koulibaly. Intorno al minuto 67 del secondo tempo, l’arbitro dell’incontro, Massimiliano Irrati, decide di sospendere momentaneamente la gara, finché non cessino i buu razzisti. Una decisione condivisa da tutti, e che si spera possa essere presa ad esempio anche dagli altri arbitri italiani, di qualsiasi categoria, affinché non si verifichino più episodi del genere.

Da tempo l’UEFA si sta facendo promotrice della lotta al razzismo, con diversi spot televisivi e cartelloni pubblicitari. E non è un caso che all’estero, e nello specifico nelle competizioni europee, episodi come quello di ieri sera vengano severamente puniti. Un esempio, ci viene offerto (si fa per dire) ancora una volta dai tifosi della Lazio. Il 14 marzo 2013, la gara di Europa League contro lo Stoccarda fu disputata con lo Stadio Olimpico a porte chiuse. La Commissione Disciplinare riunitasi a Nyon punì la società capitolina per i saluti romani di circa 200 tifosi durante la sfida d’andata dei sedicesimi di finale contro il Borussia Moenchengladbach. Un gesto, quello del saluto romano, che rimanda al fascismo e alle ideologie tipicamente xenofobe e razziste.

Eppure, come se non bastasse, nemmeno un anno fa i tifosi (anche se il termine più appropriato è quello di delinquenti) biancocelesti prendevano di mira proprio Koulibaly, in un Lazio-Napoli giocato il 4 marzo 2015 nella semifinale di Coppa Italia. Anche in quella partita, i cori razzisti da parte della Curva Nord si sprecarono. Non solo però contro Koulibaly, ma anche contro De Guzman. A denunciare l’accaduto davanti ai microfoni delle televisioni, l’allora tecnico del Napoli Rafa Beitez: “La legge deve essere ancora più dura: non bisogna chiudere solo una curva, ma uno stadio intero. Solo così la gente inizierà a imparare qualcosa e ad avere più rispetto”.

E’ bene precisare che episodi del genere sono frutto di una minoranza di imbecilli, e non stiamo certamente condannando tutti i tifosi della Lazio. Ma è certo che all’interno della curva biancoceleste, c’è qualcosa che non va. Le evidenti simpatie di stampo nazi-fascista sono sotto l’occhio critico della UEFA, che ha più volte condannato la società del presidente Lotito. Quella che dovrebbe essere la capita d’Italia, Roma si sta lentamente trasformando in un coacervo di becera ignoranza e razzismo. Tra un’amministrazione comunale totalmente insufficiente, ci si mette anche il tifo violento e razzista, tristemente rappresentato dalle Curve di Lazio e Napoli, tra le più colpite dai Daspo.


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