De Laurentiis: “Napoli città autolesionista, incapace di vedere la verità. Sottomessa da secoli”


Aurelio De Laurentiis rilascia una lunga intervista al Corriere della Sera a firma di Aldo Cazzullo. Il patron del Napoli diversamente dalle sue esternazioni che riguardavano il calciomercato del Napoli, parla di calcio, cinema e anche di politica. A modo suo. Ecco le parti più importanti:

Ma lei si sente romano o napoletano?
«Napoletano. Il più bel ricordo d’infanzia è il ragù con cui la nonna condiva le candele o gli ziti fumanti».

De Magistris com’è?
«Con un miliardo e 700 milioni di deficit all’anno, fa quello che può. A Napoli e a Roma ci vorrebbe un Marchionne. Un grande manager, altro che un sindaco».

Con Higuain vi siete perdonati?
«Non ho nulla da farmi perdonare. Higuain fu una mia intuizione. Al Real stava spesso in panchina. Lo pagai 38 milioni. Napoli gli ha dato moltissimo. È una città che ha un grande bisogno di amare. Autolesionista, incapace di vedere la verità. Sottomessa da secoli, sempre alla ricerca di un riscatto legato a qualcosa di impossibile; che diventa possibile con il calcio».

Berlusconi? Lo conobbi a Venezia, era il 1978. Portava i capelli lunghi e gli stivaletti coi tacchi, in mezzo a intellettuali che avevano mangiato un manico di scopa. Mi fu subito simpatico. Una sera, andando a Parigi, passai da casa sua ad Arcore. Disse: “Mi vogliono levare tutto; scendo in politica”. Risposi che era matto, che avrebbe fatto meglio a vendere e trasferirsi in America, comprare magari la Mgm. Qualche mese dopo andai con Enrico Vanzina a vedere la presentazione di Forza Italia alla Fiera di Roma: un genio. Ma neppure lui è riuscito a cambiare l’Italia”.

Salvini? Gran paraculo: sta cercando di far saltare lo schema Nord-Sud, destra-sinistra. Ma per salvare il Paese ci vorrebbe un triumvirato: Draghi-Tajani-Enrico Letta”.

Dicono che lei voglia fare politica… “Mai. Tengo troppo alla mia autonomia. Anche se il sottosviluppo del Sud è una vergogna per il Nord. Bisognerebbe fare subito il Ponte sullo Stretto, per andare da Roma a Palermo in poche ore”.


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