L’insensato silenzio stampa del Napoli prosegue: ma i giornali del Nord non c’entrano


Il silenzio stampa del Napoli prosegue. Le interruzioni sono affidate unicamente al presidente Aurelio De Laurentiis e agli obblighi Uefa per le partite di Champions League. Anche a Bologna, così come a Verona e in casa contro l’Atalanta, Sarri e i calciatori non si sono presentati nella conferenza stampa della vigilia e nei post match a commentare il risultato. Il motivo è ignoto ai più, perché ufficialmente la società non ha comunicato i motivi che la stanno spingendo ad un silenzio inconsueto e prolungato. I media nazionali, Sky e Mediaset, hanno ribadito più volte che il Napoli aveva la necessità di mantenere alta la concentrazione. Ma tale scelta appare insensata.

E’ un’anomalia nell’era della comunicazione 24 ore su 24 e questa volta non c’entrano i commenti ritenuti pregiudizievoli da parte della stampa del nord. In passato le bocche cucite erano maturate contestualmente a servizi o commenti ritenuti inopportuni e lo stesso presidente si era fatto portavoce di un malessere diffuso contro certa stampa. Ricordiamo ancora lo sfogo del patron che dichiarò apertamente la presunta fede bianconera del noto giornalista Mimmo Malfitano oppure la risposta a Bargiggia che aveva pizzicato il Napoli sulla questione Higuain.

Tali circostanze, però, non si sono verificate in questo inizio di stagione. Da più parti i commenti sono stati più che positivi, anche sul mercato conservativo della società. Ed appare impensabile che rilasciare dichiarazioni possa indurre il team a perdere la concentrazione. Sarebbe un effetto da piccolissima squadra.

Allora i motivi vanno ricercati nella scaramanzia? Non possiamo credere ad una scelta legata al fato. Forse la verità è che il Napoli sta provando a proteggere la squadra dai continui richiami allo Scudetto evocato quotidianamente da più parti. Gli azzurri hanno bisogno di tranquillità, di non essere assillati continuamente perché poco avvezzi a recitare il ruolo di quasi favoriti alla vittoria finale.

Ma la crescita e le vittorie passano anche dalla normalità, dall’abitudine. E il Napoli prima o poi dovrà fare i conti e pagare il conto.


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