Patteggiamento Juve, un disastro. Grassani: “Altera la par condicio del campionato”


L’avvocato Mattia Grassani è intervenuto in diretta RAI per esprimere il proprio parere circa la sanzione pecuniaria comminata alla Juventus dopo il patteggiamento con la giustizia sportiva avvenuto il 30 maggio 2023. Il club piemontese, in quell’occasione, ha chiuso i conti con la federazione, azzerando le possibilità di ricevere ulteriori sanzioni nella prossima stagione, pagando la somma di 718mila euro.

L’avvocato Mattia Grassani: “Mai nella storia una sanzione senza penalizzazione”

Con una multa che corrisponde allo 0,2% del fatturato annuo dei bianconeri, dunque, è stata messa la parola fine ai processi che hanno sconvolto il 2023 del calcio italiano. O per meglio dire: avrebbero dovuto sconvolgere, vista la grande bolla di sapone in cui è stato infilato il tutto.

Le parole di Grassani, che in passato ha difeso anche il Calcio Napoli, sono molto interessanti, e raccontano di un clamoroso precedente venutosi a creare, che rischia di spingere verso l’illecito altri club. Una vera e propria bomba a orologeria pronta ad esplodere.

Le parole di Mattia Grassani sul patteggiamento della Juve

“Lo definirei un capolavoro giuridico, senza ironia. Tanto da parte dei legali della Juventus che da quelli della FIGC, della Procura federale e del tribunale federale nazionale. Mai nella storia delle violazioni economico-finanziarie era stata definita una transazione, un accordo, senza punti di penalizzazione, per violazioni che, si pensava secondo quello che era il sentimento comune, potevano essere più gravemente punite rispetto al primo filone.

Certo che siamo in presenza di un accordo che non deve essere copiato o mutuato troppo frequentemente perché rischia di alterare la par condicio del campionato. Le violazioni in materia economico-finanziaria rappresentano tra le più gravi violazioni previste dal codice di giustizia sportiva, come il doping e l’illecito sportivo.

Per cui, a fronte di questi comportamenti, oggi il dato è che con meno di 800mila euro, si può definire ogni rapporto con la giustizia sportiva. Una decisione da leggere con molta attenzione, con molto rigore, e che secondo me non merita di essere riproposta in ogni situazione, perché penalizza eccessivamente i club virtuosi che invece le tasse e i giocatori li compravendono e li pagano secondo i canoni di mercato”.


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