Saudi Pro League, calciatori accecati dai soldi ma la fregatura c’è: “Tanti alla fine non saranno pagati”

Mohamed Bin Salman


Chi firma contratti faraonici in Arabia Saudita è tenuto a fissare lì la residenza e viverci almeno 183 giorni l’anno, per non pagare le tasse. Altrimenti i guadagni si riducono drasticamente e non è detto che, tra clausole e cavilli, la permanenza in quelle terre possa essere effettivamente ben allietata dagli ori e dai lussi.

Saudi Pro League: “Tanti non saranno pagati”

Con la questione Gabri Veiga anche i napoletani hanno cominciato a fare i conti con una realtà che, finora, sembrava relegata soltanto a calciatori al termine della carriera, o quasi. Il calciatore spagnolo, che sembrava destinato con certezza al Calcio Napoli, ha scelto di sposare l’Al-Ahli per la cifra mostruosa di 12,5 milioni di euro all’anno, per un ragazzo di 21 anni che deve ancora dimostrare tutto. Non siamo di fronte, insomma, al Cristiano Ronaldo, Benzema o Firmino di turno che scelgono di coronare la carriera con una sostanziosa iniezione di denaro nel proprio conto corrente.

Mohamed Bin Salman

Mohamed Bin Salman

Un paradiso che paradiso non è

La Saudi pro League potrebbe non essere quel paradiso che in tanti immaginano. Se personalità di spicco come Leo Messi, Luka Modrić, Jamie Vardy, Josè Mourinho e Lautaro Martínez, ma anche Piotr Zielinski, hanno deciso di declinare con un sorriso le offerte delle squadre saudite, potrebbe non essere soltanto per motivi ambientali (leggasi: territorio di fatto invivibile, le condizioni in cui avrebbero dovuto vivere mogli, figlie e compagne). Scetticismi insistono anche a livello economico, nonostante il massimo impegno del principe Mohammed bin Salman a far sì che nel 2034 in Arabia Saudita si possa giocare il Campionato del Mondo.

Una miriade di clausole in piccolo

Un’inchiesta de l’Espresso del gennaio 2023 aveva messo in luce come, secondo gli addetti ai lavori, le ombre siano davvero moltissime. “Ci sono molte clausole in piccolo. Tanti alla fine non saranno pagati”, hanno messo in guardia. Si aggiunga un sistema legislativo molto diverso da quello occidentale dove – che il modello sia di  Common Law o Civil Law – le fattispecie contrattuali nel calcio sono disciplinate ed hanno sviluppato dei principi validi ed accettati da tutti. Non si può dire lo stesso per l’Arabia Saudita, che è ancora in via di scoperta dagli esperti di diritto, procuratori ed avvocati europei.


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