Donnarumma: la panchina del Milan parla napoletano


A 15 anni praticamente tutti i ragazzini d’Europa sognano di diventare un giorno dei grandi calciatori. Gianluigi Donnarumma da Pompei ha le mani giuste per accarezzare questo sogno e non lasciarselo sfuggire. Dategli semplicemente un paio di guanti, al resto pensa lui.

In sostanza un po’ quello che ha detto Mino Raiola una ventina di giorni fa alla “Gazzetta dello Sport”, quando in una sua formazione tipo aveva inserito uno sconosciuto portierino di 15 anni. Adesso che domenica farà il suo esordio sulla panchina del Milan – causa infortunio di Agazzi e la concomitante squalifica di Diego Lopez -, però, sono tutti curiosi di conoscerlo almeno un po’.

Beh, innanzitutto non chiamatelo portierino, perché sulla carta d’identità è scritto chiaro e tondo: altezza, 1,97. Gianluigi nasce – e cresce viene subito da aggiungere – a Pompei il 25 febbraio del 1999, ma dà i primi calci, o meglio smanacciate al pallone con il Club Napoli, una società della vicina Castellammare di Stabia, dalla quale proviene un altro che il sogno di fare il calciatore è riuscito a stringerlo tra le braccia, Antonio Mirante, attuale portiere del Parma e spesso della Nazionale.

Un paio di miracoli, colpi di reni e rigori parati e il meglio del calcio italiano si fionda prontamente sul promettente numero uno. Alla porta di casa bussano Juve, Fiorentina, Inter e Milan, ma per uno che nelle porte ci vive la scelta è presto fatta. Si veste di rossonero, perché questi sono i colori per cui tifa da bambino. E poi nel Milan ha giocato – quando lui aveva solo 6 anni – anche il fratello Giuseppe, ora in forza al Bari, anche se di proprietà del Genoa. Insomma, il Diavolo per Donnarumma è un po’ una questione di cuore e di famiglia.

Ma soprattutto è un sogno che si avvera. Il Milan ha fatto addirittura “carte false” per poterlo portare in panchina domenica (perché è stato necessario un particolare certificato medico che dimostrasse l’idoneità di un 15enne a poter affrontare persone adulte) e metterlo, così, a disposizione di mister Inzaghi, uno che fino a qualche anno fa non avrebbe visto l’ora di mettergli un pallone alle spalle. Invece, col Cesena SuperPippo le spalle le avrà belle coperte, da un ragazzone di 1,97m.

Strana la vita, ma osservarla seduto sulla panchina della propria squadra del cuore a soli 15 anni deve essere tremendamente bella.

 


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