Nicchi e la sindrome azzurra: mai visti gli errori contro il Napoli


Le polemiche sugli arbitri non si placheranno mai, lo sappiamo. In fondo, rappresentano il sale quotidiano del calcio nostrano. Che se ne discuta al bar, al lavoro, o persino in Parlamento, gli arbitri sono i protagonisti principali del lunedì post-campionato. Se i calciatori salgono agli onori della cronaca per i gol, i fischietti italiani invece per gli errori macroscopici che commettono, quasi con regolarità matematica, ogni domenica.

Al termine dell’ultima giornata di campionato, è toccato al malcapitato Calvarese salire sul patibolo mediatico, dopo aver arbitrato Napoli-Atalanta. L’errore imputato a Calvarese avviene nel primo tempo, quando Pinilla mette a segno l’1-0 in favore dell’Atalanta. Un gol però macchiato da un evidente fallo su Enrique, in vantaggio di posizione di diversi metri rispetto all’attaccante nerazzurro. L’arbitro non ravvisa l’irregolarità e convalida la rete: apriti cielo!

La società azzurra è una furia, ed attraverso il suo profilo twitter, con due cinguettii, mette apertamente in discussione la validità di questo campionato, definendolo, senza troppi giri di parole, falsato.

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Tavecchio nel day after cerca di stemperare i toni, ma senza successo. Marcello Nicchi invece, presidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) difende a spada tratta l’operato degli arbitri, come da prassi da quando è iniziato il campionato. Intercettato da alcuni giornalisti il lunedì successivo a Napoli-Atalanta, Nicchi ammette candidamente di non aver visto la gara, e di non avere quindi la possibilità di commentare l’errore di Calvarese, non avendolo potuto appunto vedere. Una dichiarazione che lascia a dir poco sconcertati, proprio perché rilasciata da colui che dovrebbe assicurarsi di monitorare tutti gli arbitraggi della Serie A, dall’uomo più importante per quanto concerne il mondo arbitrale italiano.

Questo è però solo l’ultimo degli episodi che hanno messo maggiormente in discussione l’operato di Nicchi, ormai sempre meno credibile agli occhi degli appassionati del pallone. Gli arbitri continuano a commettere impunemente errori ad ogni giornata, alcuni macroscopici come appunto l’ultimo di Calvarese. La classe arbitrale si è dimostrata insufficiente a svolgere il suo operato, cosi come Nicchi nel ruolo di designatore.

Il presidente dell’AIA però non è nuovo a scivoloni del genere, in qualche modo legati a doppio filo con il Napoli. Nel corso della sua carriera, l’errore più grave e famoso di Nicchi riguarda proprio una partita degli azzurri, nello specifico Perugia-Napoli, risalente alla stagione 1996/1997. Un match macchiato da un clamoroso fallo di Milan Rapajc, attaccante croato del Perugia, che segnò con la mano il gol dell’ 1-1. Una rete molto importante, perché il Napoli non vinceva in campionato da oltre 2 mesi, ed entrambe le squadre si giocavano la salvezza.

La furia dei giocatori napoletani su Nicchi non si fece attendere, ma quest’ultimo affermava di non aver visto nulla, così come il suo collaboratore Farneti. Un atteggiamento che ricorda molto quello di lunedì scorso. Nicchi, così come accadeva 18 anni fa, non vede gli errori arbitrali a sfavore del Napoli. Semplice scherzo del destino? Vogliamo credere che sia così. Ironia a parte, il numero uno dell’AIA deve dare risposte concrete a tutti gli appassionati del pallone, non solo nelle designazioni, molto spesso discutibili, ma anche nelle dichiarazioni a mezzo stampa. Ammettere di non aver visto una partita, per uno che dovrebbe monitorare gli arbitraggi di ogni singolo incontro di Serie A, significa ammettere candidamente di non aver svolto il mestiere, per il quale si viene profumatamente pagati.


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