Bugia smascherata: la protesta di Pompei era autorizzata dalla Soprintendenza


Grazie al Fattoquotidiano.it potrebbe essere stata smentita, con le dovute prove schiaccianti, la notizia diventata un vero e proprio scandalo nazionale, secondo cui l’assemblea sindacale del 23 luglio, che si è svolta davanti agli scavi di Pompei, fosse non autorizzata, organizzata al momento senza alcun preavviso e dettata dall’irresponsabilità dei sindacati.

Il documento che attesta la verità è datato 21 luglio, è costituito da due pagine e porta la firma del soprintendente Massimo Osanna, il quale due giorni dopo ha negato la realtà dei fatti, dichiarando di non essere al corrente di tale protesta. Quel giorno aveva disposto, a rimediare il danno, l’apertura dei cancelli degli scavi per permettere ai turisti di visitare il sito e di far fronte, quindi, in qualche modo, all’improvvisa protesta.
Addirittura, si legge tra le righe, che era stato messo a disposizione l’Auditorium, nella fascia oraria tra le 9 e le 11. Ed ancora che: “I Direttori degli Uffici Scavi in collaborazione con il responsabile del servizio di sicurezza assicureranno le presenze del numero minimo essenziale di addetti necessari alla tutela dei monumenti durante le ore di assemblea.”

Massimo Battaglia, il segretario generale della Federazione Confsal-UNSA, ha dichiarato: “Innanzitutto una correttezza intellettuale e morale nel ricostruire i fatti che hanno portato alla fila per l’accesso al sito di Pompei nei giorni scorsi e di non strumentalizzare l’esercizio delle libertà sindacali. Quello che viene chiamato scandalo, non è altro che un’assemblea richiesta da tre organizzazioni sindacali e regolarmente autorizzata dal Sopraintendente”. Insomma, ciò che attualmente preme tutti è che venga fatta “giustizia” sul caso.

Per leggere il documento integrale dell’autorizzazione cliccare su questo link: autorizzazione-assemblea-POMPEI


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