Massimo Bray dopo le minacce a Carditello: “Sogno un Sud diverso”


Immaginate di svegliarvi un giorno e di poter realizzare tutti quei bei sogni che di notte affollano la mente, immaginate di poter migliorare il vostro paese, di poter collaborare, lavorare e mettere un punto o almeno una virgola intanto, a tutto quello che non funziona in Italia, immaginate di voler fare la cosa giusta ricevendo consensi da tutti, e invece non è così.

Lo sa bene Massimo Bray, il ministro dei beni e attività culturali del Governo Letta dal 2013 al 2014, che sul suo profilo Facebook, racconta il suo sogno ad occhi aperti prima di andare a letto. Inizia con il ricordo delle minacce di morte ricevute, per il suo sogno di ripartire proprio dalla Reggia di Carditello per un’Italia ma soprattutto un Sud migliore.  I lavori iniziati gli hanno fatto sognare un futuro diverso, fatto di progresso invece che regresso, un futuro per i giovani, ricercatori di arte, innovazioni tecnologiche e ambiente, che si prodigano per il Mezzogiorno, perché è dal Mezzogiorno che bisogna ripartire. Il “suo amato Sud”, come proprio ama definirlo Massimo Bray, ha solo bisogno di fiducia, ha bisogno di persone che credano nel riscatto di popoli che vogliono tornare a galla. Carditello è per Bray un luogo simbolico dove tutti collaborano, la politica, gli enti locali, le Università, tutti uniti per portare avanti i propri obiettivi.

“Sognavo lo sforzo del Ministero dei Beni Culturali, dell’Ambiente, dell’Agricoltura per recuperare un paesaggio deturpato, superare la ferita della discarica e rendere fertile e viva quella terra capace di incantare i viaggiatori, di ispirare i dipinti di grandi artisti. Sognavo una fermata dell’alta velocità propedeutica a creare un tour della regge borboniche, percorsi storico artistici, eno-gastronomici tra i beni culturali, i profumi e i sapori di una Campania felix. Uno sforzo collettivo e consapevole del bisogno di scrivere una storia differente, ma soprattutto di immaginare un futuro differente per i nostri figli, per noi tutti che in quel mezzogiorno siamo nati e da cui nessuno, con nessuna forma di violenza, potrà mai allontanarci”. I sogni di Massimo Bray nel ripensare alle minacce di Carditello e alla bellezza della Reggia in fase di restauro, dovrebbero essere forse i sogni di tutti noi abitanti del Sud per un futuro migliore, ma purtroppo così non è e a testimoniarlo sono le vicende accadute proprio a Bray.

“Vorrei che questi miei pensieri notturni non fossero un sogno, ma una realtà, una realtà riformatrice, una realtà della buona politica, una realtà di ascolto e di rispetto verso i cittadini del Mezzogiorno”, scrive in conclusione Massimo Bray su Facebook, ma la realtà purtroppo, oggi, è troppo lontana da quelli che sono i suoi sogni e quelli di tutti coloro che vorrebbero vedere risultati migliori per il Sud.


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