Napoli-Midtjylland: sugli spalti, 150 bandiere borboniche. Ecco l’iniziativa…


I fedeli al Regno delle Sue Sicilie approfitteranno della partita di questa sera Napoli-Midtjylland, turno dell‘Europa League, per allestire il San Paolo con 150 bandiere raffiguranti lo stemma del Regno borbonico, nato nel 1100 e terminato con l’unità d’Italia del 1861.

L’iniziativa, divenuta virale sul web negli ultimi giorni, prende il nome di “Cento bandiere Duosiciliane al San Paolo” e ha visto l’adesione di numerose associazioni e liberi cittadini.

A lanciare l’idea, che sarà attuata nell’anello superiore dei distinti, Alberto Petillo, il quale dischiara: “Lo scopo della manifestazione  è quello di far conoscere a tutti la nostra storia. (…) Non si tratta assolutamente di un’iniziativa politica, domani sera siederanno vicino parroci, sindaci, avvocati, poliziotti, operai, studenti e tante famiglie. In poco più di un mese hanno aderito all’iniziativa quasi tutte le associazioni ma anche semplici appassionati. Abbiamo scelto la gara contro il Midtjylland perché la scarsa affluenza potrà assicurare anche a poche bandiere (ne sono previste circa 150) una inquadratura per rubare la scena ed avere così visione internazionale”.

Nonostante non si tratti di un’iniziativa politica, come sottolinea Petillo, sarà comunque presente il CDS (Comitati Duo Sicilia), con a capo il Presidente Fiore Marro. Un membro del CDS: “I Comitati Due Sicilie non possono certo stare ai margini di questa simpatica avventura e hanno aderito all’idea, saremo quindi al fianco dei nostri Compatrioti presenti con la nostra bandiera borbonica, per amore della Patria e per passare una serata identitaria al fianco della nostra gente, tifando quella che da sempre consideriamo la Nazionale delle Due Sicilie, a capo della nostra delegazione ci sarà il presidente Fiore Marro.”

Un modo per affermare l‘appartenenza al territorio e la rivendicazione pacifica delle radici storiche tramite lo Sport! Ricordiamo infatti che l’incursione dei Savoia e la seguente, Unità del Paese, non è probabilmente accettata da molti partenopei, i quali sentono ancora forte il confine culturale e antropologico con il settentrione, ma c’è da dire che al di là dell’indiscusso senso di appartenenza è anche giusto affiancare una sensata critica alla classe nobiliare di allora.

Del resto, chi di loro ha mai governato veramente per il bene del popolo(?).

 

 


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