Napoli e il Sud che vince, ma diamo fastidio all’Italia: si parla solo di culo e pali!


Sono passati esattamente 26 anni da quando il Napoli conquistò la vetta della Serie A in solitaria. Un’anomalia per il massimo campionato italiano dove a detenere il potere calcistico sono solo le squadre del Nord. Juventus, Milan e Inter, le formazioni che per generazioni hanno vinto e stravinto il campionato, complice uno strapotere economico che rispecchia fedelmente la situazione del nostro Paese con la questione meridionale sempre aperta e mai risolta, anzi mai seriamente affrontata dai Governi che si sono succeduti.

Ma oggi è un giorno nuovo, il Napoli almeno momentaneamente ha sovvertito tutti i pronostici facendo sedere in panchina un operaio del calcio, vestito con la tuta come ai vecchi tempi e non con la giacca. Non sbraita davanti alle telecamere, neanche quando era criticato da stampa e tifoseria, non ha battuto ciglio quando il “Re del Calcio“, Maradona, puntò l’indice su di lui. Da bravo operaio si è messo a lavorare trasformando in pochi mesi una squadra dalla difesa colabrodo in un esercito indistruttibile, mai domo anche quando le gambe non reggono (vedi gli ultimi minuti di Napoli-Inter).

E’ un Sud che vince. Napoli da ex capitale del Regno delle Due Sicilie è stata l’unica a riuscire nell’impresa di spezzare il dominio di una economia nord-centrica. Eppure le tv e alcuni giornali del Nord nel commentare l’impresa di ieri sera, hanno sottolineato soprattutto un certo “culo” che avrebbe avuto il Napoli nel battere i neroazzurri. Si è parlato dell’espulsione di Nagatomo, dei pali colti negli ultimissimi istanti della partita.

La novità di un Napoli e di un Sud laborioso e vincente, forse, non piace alla stampa italiana. Oggi si legge ad esempio di una rimonta ancor più possibile della Juve, quasi come se il club di De Laurentiis fosse lì per caso e destinato a recitare il ruolo di meteora.

Ci saremmo aspettati altro: titoloni su questa squadra che gioca il miglior calcio in Italia, di una tifoseria che ha cantato e sostenuto senza tregua la sua squadra, di un calcio italiano pronto ad accogliere con favore una città finalmente ai vertici massimi della Serie A. Ma non è stato così!

 


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