Video. Pulcinella in Nepal: l’inaspettata reazione dei bambini alla maschera napoletana


“Nepal. I bambini giocano ad una sorta di “acchiapparello”. Le mamme guardano da lontano, adagiate sulle scale. E come un consueto rituale, si ripete tutti i giorni, presso le scale del tempio. Ma quel giorno fu diverso. Quel giorno arrivò Pulcinella e si fece rincorrere da tutti i bambini della piazza. Gioiosi e sorridenti, urlavano alla nuova maschera, accettandola fin da subito, al centro del gioco. La scena, nel video, è quasi un nostalgico richiamo alle piazze napoletane di anni fa, pullulanti di scugnizzi e mamme affaccendate, di ambulanti e voci lontane”, dichiara l’autore del video che vedete in fondo all’articolo.

Ugo Di Fenza, regista video-maker napoletano freelance, attualmente collaboratore della “The Jackal“, cerca di spiegarci l’intensità emotiva di quel momento, l’entusiasmo contagioso e irrefrenabile tipico dei bambini, le immagini indelebili di una piazza gremita al cospetto di un Pulcinella in terra straniera!

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In compagnia di Dario Catania (il Pulcinella di quella piazza di Bhaktapur) Ugo ha portato un po’ di Napoli nel mondo, la stessa Napoli che con le sue maschere e la sua vitalità sa essere riconosciuta ovunque, in particolare nei luoghi che in parte la rispecchiano. Il regista ci spiega che il rituale del pomeriggio a Bhaktapur prevede che i bimbi vengano inseguiti in questo tradizionale acchiapparello, dalla maschera del posto, un po’ più inquietante della nostra, ma simbolo culturale dei misteri legati alla religione e alla storia del Nepal.

maschera locale

E proprio in questo andirivieni di bambini fu improvvisa la scelta di indossare il costume e buttarsi in quell’armoniosa gioia, perché Dario contro ogni previsione aveva con sé il costume ‘e Pullecenella, e quello poteva diventare un esperimento sociale e antropologico!

Dopo aver pubblicato il video Dario, attualmente in Australia, scrive: “Ai bambini gli lasci il segno perché loro non vivono chiusi nella diffidenza, si fidano! Ed è bellissimo perché se il mondo ricambiasse con altrettanta onestà e fiducia, quella che è propria dei bambini non ci sarebbe modo alcuno di dare spazio a sentimenti di egoismo, prepotenza, arroganza, ambizione, arrivismo… Crescendo dimentichiamo che siamo stati tutti aperti all’ascolto, curiosi, fiduciosi, come spugne pronti ad apprendere. Portare la maschera di Pulcinella in giro per il mondo significa, per me, mostrare la faccia di un amore incondizionato per questa bellissima casa dove viviamo tutti e che troppo spesso maltrattiamo, della quale Napoli è una delle stanze più belle così come il Nepal, e pensare ai danni che ha subito fa male come aver perso dei cari vicini e tutto l’arredamento di un lussuosissimo e affascinante salotto antico. La coscienza di ognuno di noi non ha bisogno di rispondere a regole, sappiamo bene tutti, come i bambini, cose si vuole, cos’è meglio ma ce lo dimentichiamo o lasciamo la possibilità di farci influenzare da modelli che neppure abbiamo il tempo di criticare, perché ci hanno educato già a cedere parte di quella libertà tanto preziosa”

Il video-maker napoletano Ugo Di Fenza ha documentato l’energia della napoletanità in un contesto lontano e apparentemente distante come il Nepal, dimostrando quanto una semplice e tradizionale maschera adibita a raccontare storia e disagio di un popolo, sia ancora in grado di far ridere e gioire.

Ma non dimentichiamo che Tutte eguale songhe ‘e criature e, per fortuna, sono il pozzo benefico da cui attingere per un sorriso, amara o dolce sia la vita che hanno di fronte.

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