Benevento, si cancella il nome di Garibaldi da una strada. Ecco il suo “sostituto”

Giuseppe Garibaldi con il tricolore


Il “coraggio” storico di cambiare la nomenclatura ad una strada. Non è dinamica molto frequente, almeno in veste ufficiale, visto che molte strade cittadine, spesso, prendono altri nomi o soprannomi, in via del tutto ufficiosa e popolare. Ma l’amministrazione comunale di Limatola (Benevento), invece, ha ribattezzato una delle strade della città: si tratta di via Giuseppe Garibaldi, che, ora prende il nome di via Bartolomeo Varrone.

L’eroe dei due mondi lascia il posto ad un prelato autoctono. La fama universale lascia il posto ad una verità locale. La delibera risale allo scorso mese di Luglio.

Bartolomeo Varrone, nato a Santa Barbara di Caserta nel 1758, non era solo il parroco di Limatola, presso la parrocchia di San Biagio e il vescovo di Sessa Aurunca, ma uomo di cultura e conoscenza circa la storia e le radici sannitiche; un’opera nota di Varrone, infatti, è “Storiche memorie di Limatola”. Il religioso di adozione  sannita ebbe non poco peso nella vita spirituale della città, divenendone una guida. E, al tempo stesso, non trascurò gli studi storici, effettuando lavori di archeologia che diedero luce a numerosi reperti, come  un’ iscrizione sepolcrale di origine romana, che attualmente è conservata al Museo Archeologico di Napoli.

castello di limatola

Il castello di Limatola

Giuseppe Garibaldi e Bartolomeo Varrone rappresentano, in effetti, due facce contrapposte se non del medesimo momento storico, della stessa terra e delle sue sorti, clandestinamente, avverse. Mentre Garibaldi, che soggiornò nel 1860 nel Castello di Limatola, rappresenta la figura storica dell’unità, acclamata manovra politica e maschera ingannevole di incursioni antagoniste al popolo e alla loro terra, Varrone è, invece, un pezzo umano di quella terra. Conoscitore delle sue problematiche, guida dei suoi cittadini, amante delle sue storiche radici.

La storia la scrivono i vincitori e anche il nome delle strade probabilmente, ma questa volta il battesimo appartiene ai vinti, a coloro che per anni hanno urlato una sconfitta sociale ed economica, mai raccontata realmente nei libri di storia e nelle strade.


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