La schola armaturarum di Pompei pronta ad essere restaurata


La mattina del 6 novembre 2010 la Schola armaturarum a Pompei, crolla. Dopo sei anni, finalmente, arrivano i lavori di restauro, la cui fine è programmata per febbraio 2016. L’edificio, conosciuto come Casa del Gladiatore, già in condizioni precarie prima del crollo, non poteva essere visitato dall’interno ma solo esteriormente, in attesa del recupero e della messa in sicurezza.

Stando alle valutazioni degli storici, l’edificio non era solo sede di associazioni militari ma un vero e proprio deposito di armi, con paramenti militari e armature; le raffigurazioni sulle pareti, pertanto, ritraevano vittorie alate, trofei e candelabri decorati con globi e aquile.

Con l’inizio dei lavori di restauro, una struttura momentanea, alta un metro e mezzo e rivestita da affreschi, sarà costruita per reggere le fondamenta. Un sistema di giunti e tubi darà vita a un edificio provvisionale costituito da tre ali, larghe 3 metri, che seguono e inglobano il perimetro dell’edificio antico. Gli appoggi saranno disposti sia all’interno che all’esterno dell’area, senza

“Abbiamo immaginato una struttura reversibile “ spiega l’architetto Paolo Mighetto (su Repubblica), “semplicemente appoggiata sul manufatto antico, dotata di frangisole e di misure di attenuazione del calore”. Mighetto appartiene al gruppo di progettazione della segreteria tecnica della soprintendenza Pompei e il progetto di restauro sarà coordinato dal funzionario archeologo Alberta Martellone, redatto dagli architetti Paolo Righetto e Mariano Nuzzo e dall’archeologo Mario Grimaldi. Inoltre, un accurato rilievo laser scanner, ad opera di Raffaele Martinelli, ha preceduto la messa a punto del relativo progetto. L’architetto Marina Cesira D’Innocenzo è, invece, il responsabile unico del procedimento.

“Prima si procederà all’eliminazione della vegetazione infestante” indica l’architetto Mighetto,  “Il sistema volutamente non è definitivo e consente il restauro conservativo delle pareti ovest, nord ed est della Schola. Poi, sulla base dei risultati scientifici che acquisiremo al termine del restauro si potrà procedere alla sistemazione definitiva dell’edificio”.

 


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