Il Fatto Quotidiano attacca Made in Sud: “Comicità volgarotta per tamarri”


Tutti conoscono, ormai, “Made in Sud”, programma basato esclusivamente sulla partecipazione di comici meridionali, principalmente napoletani. Dal poco noto canale di SKY “Comedy Central”, dove veniva comunque seguito da centinaia di migliaia di persone, è approdato sul palinsesto di Rai Due, in prima serata, raggiungendo ogni martedì sera due milioni di telespettatori. Le battute, i tormentoni e le movenze dei comici di “Made in Sud” sono entrati nel linguaggio comune di molti napoletani, a riprova di quanto il programma sia seguito ed apprezzato.

Sul versante tecnico, però, non è certamente una perla della comicità internazionale: capita spesso che i tormentoni stessi diventino stantii perchè ripetuti in continuazione, ogni sera, o che le battute di alcuni comici si riducano ad essere scontate ed annunciate. Il Fatto Quotidiano ha voluto mettere in luce questo difetto del programma e, in un articolo, ha avviato un vero e proprio attacco a “Made in Sud”: Comicità meridionale assai (e infatti il pubblico vive in larga parte al Sud), – si legge – di troppo facile fruizione, già sentita mille volte, priva di qualsiasi intento sperimentale o anche solo vagamente innovatore. È robetta da cabaret di provincia”. Troppo semplicistico il Fatto nel ridurre la comicità meridionale soltanto a quella vista nel programma ignorando nomi antichi e moderni del nostro panorama artistico e comico.

Comicità volgarotta, – continua il Fatto Quotidiano – semplice semplice, così elementare da andare bene anche per chi non è dotato di pollice opponibile. Va bene per orde di ragazzotti un po’ tamarri, un po’ troppo disimpegnati, che vogliono il tormentone, la frasetta scema da usare h24 con gli amici o sui social. Vogliono la parolaccia, l’ammiccamento pecoreccio.” Per l’articolo, però, la colpa di questo fallimento va ricercata in un impoverimento del palinsesto televisivo: “La satira politica non tira più, i balletti “zinnosi” alla Bagaglino non interessano più a nessuno. Made in Sud, così come Colorado su Italia1, si sono inseriti in questo enorme vuoto comico in televisione, accontentandosi di racimolare le briciole del banchetto luculliano di un tempo per tirare a campare più che dignitosamente. Innovazione? Per carità, qua “teniamo famiglia”.”

Colpa di un pubblico poco incline a sperimentare, poco pronto a battute più sofisticate, abituato a programmi semplici in grado di far spegnere per qualche ora cervello e preoccupazioni, ma colpa anche e sopratutto, secondo il Fatto, di emittenti televisive che hanno paura di rischiare, di investire in comicità nuove che spopolano in altri paesi come la “Stand-up Comedy”, i “Late Show” o della satira libera e mordace. “Ci tocca sopportare Made in Sud, – conclude – le battute telefonate che riuscirebbe a intuire prima anche un bambino di 4 anni, i balletti delle “suddine”, i siparietti tra conduttori e cabarettisti. È il pubblico che lo chiede? Nì. Perché il pubblico guarda quello che c’è, e se c’è solo quello…”.


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